FERMO – Qualcosa non torna nella ricostruzione delle ultime ore in merito al tratto fermano dell’A14 che dovrebbe essere ampliato. Prima sembrava escluso, insieme con il restante percorso previsto fino a Giulianova. Poi è riapparso, ma bisognoso di uno studio di fattibilità propedeutico all’eventuale finanziamento e quindi all’inserimento nel piano industriale di Aspi.
Ma chi ha buona memoria, come l’ex assessore regionale Fabrizio Cesetti, non si accontenta e mette sul tavolo la mappa redatta nel 2005, ripresentata nel 2015 all’allora ministro Delrio e poi nel 2018, che prova come i lavori tra Porto Sant’Elpidio e Pedaso potrebbero partire quanto prima. “Infatti – precisa il consigliere regionale Pd – per questo tratto di 18 chilometri si sono già espressi a favore il consiglio dei Ministri, la commissione parlamentare per le questioni regionali, la Regione Marche, le Province interessate e gran parte dei comuni. Già sono state acquisite anche le varie valutazioni circa l’impatto ambientale, tutte con esito positivo”.
La questione quindi è molto più semplice. Se come sostiene Aspi il ministro ha ribadito che è una priorità, lo studio c’è già, “al massimo sarà necessario un aggiornamento, ma non è cambiata poi tanto la zona” prosegue Cesetti.
La ministra De Micheli aveva annunciato un miliardo e trecento milioni pronti per il prolungamento dell’A14. “E allora – ribadisce il consigliere – che appalti i lavori intanto su questo tratto che ha tutte le autorizzazioni. Poi, nel mentre, proseguirà con gli studi di fattibilità sulla zona più a sud. Ma evitiamo perdite di tempo e logiche irrealistiche di cantieri lungi cento chilometri”.
Nelle prossime settimane si valuterà la vera volontà politica del governo a guida giallo rossa e della ministra de Micheli in particolare che già durante l’incontro tra i dirigenti della provincia di Fermo, della regione Marche e del ministero, a fine gennaio 2020, aveva dato rassicurazioni sul fatto che l’infrastruttura sarebbe stata realizzata perché fondamentale anche all’interno del rilancio dell’area di crisi complessa. “Concetto ribadito anche a giugno in un mio ulteriore incontro con il Ministro”. Per cui, conclude l’ex assessore: “basta parole, si pasi ai fatti e ai cantieri”.