di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO – Una cosa è certa, la dorsale Adriatica interessa davvero da Autostrade per l’Italia e quindi al sistema Paese. È chiaro a tutti che lo sviluppo nazionale non può prescindere da un riequilibrio viario.
E il presidente Francesco Acquaroli, di fronte all’Ad di Autostrade Tomasi, è stato chiaro e duro: “Noi abbiamo bisogno di certezze, si parla di arretramento o ampliamento? L’arretramento è una ipotesi che c’’è o no? È un tema che ci condiziona da vent’anni e toglie opportunità al territorio”.
Oltre al presidente sono arrivati numerosi spunti dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Baldelli, con quattro punti fermi: stop ai cantieri durante ponti festivi e periodi estivi (confermato da autostrade), nuovi caselli (a cominciare dalla zona di Fano), parcheggi scambiatori e la realizzazione della terza corsia marchigiana tra Porto Sant’Elpidio e San Benedetto del Tronto (inserita nei Piani strategici di Autostrade).
“Funzionano i tavoli di lavoro con Ministero e Autostrade fin dall'insediamento della Giunta Acquaroli. Dialogo efficace, costruttivo e fattivo che sta riportando al centro dell'attenzione e della pianificazione infrastrutturale nazionale la regione Marche” spiega l’assessore che però, come il presidente, chiede “di accelerare gli interventi di manutenzione, ammodernamento e potenziamento di una infrastruttura fondamentale”.
Sulla terza corsia Baldelli ha chiesto di chiarire subito ciò che la tecnica e l'ingegneria permetterà nel tratto in questione tra ampliamento del sedime stradale in sede o fuori sede nel rispetto dell'orografia del territorio.
“Quella più praticabile per la complessità del territorio. Sono comunque proposte da condividere quando si passerà alla fase progettuale”.
E su questo punto, gli ingegneri di Autostrade per l’Italia hanno dato ampie risposte, tenendo però sempre aperto il canale di dialogo. “Terza corsia è tema strategico. Non è scritto nella pietra, ma pensare come si definisce la strategia e poi la si percorra. Condivisione per un progetto lungo e complesso, seve consenso di base. Possibilmente senza spendere mesi e anni su una soluzione che poi si ferma, come successo già qui” precisa Luca Fontana, direttore ingegneria e realizzazione di Società Autostrade.
Che poi proietta la slide chiave che mostra prima l’ampiamento fino a Pedaso e poi l’arretramento, ma non distante dall’attuale sedime fino a San Benedetto del Tronto per una sola direzione di marcia (definizione corretta ampliamento fuori sede, ndr). “Che è poi il piano di Acquaroli, messo sul tavolo già mesi fa, poco dopo l’insediamento, insieme con l’assessore Baldelli.
“La mia opinione, avendo un progetto già fatto definito sull’ampiamento fino a Pedaso, bisogna partire da quello. Arretramento è pure una soluzione, ma capiamolo subito. Dal punto di vista tecnico, ampliare in sede significa prendere la carreggiata esistente e allargarla senza uscire dal tracciato. Ampliamento in sede di un viadotto significa estendere il viadotto o rifarlo, ci sono valutazioni su alcuni punti. Così come si possono anche ampliare le gallerie in sede. Ma da Pedaso a San Benedetto – precisa - riteniamo che sarebbe oneroso dal punto di vista progettuale ed esecutivo, da qui l’idea progettuale di ampiamento fuori sede”.
Sul modello Bologna - Firenze, realizzato con varianti. “Nel tratto previsto nelle Marche, abbiamo valutato impatti ambientali e fattori connessi. Si parla di 5milioni di metri cubi di materiale in caso di ampliamento in sede di tutto il tratto. Non è un problema banale. La sostenibilità economica va sempre considerata, pur ascoltando i territori. Il punto è: dove l’ampliamento in sede è impraticabile, si pensa a varianti delocalizzate, il che significa un tratto ex novo il più prossimo possibile all’attuale. Tra l’altro questa scelta permetterebbe, considerando i 5-6 anni di lavoro necessari, di non interrompere il passaggio delle auto, lasciando aperta l’autostrada attuale fino al completamento del nuovo percorso”.
Questa la strada, questo quello su cui sono chiamati a discutere i territori: “Se abbiamo dubbi, evitiamo di percorrere una strada che fa perdere tempo e risorse. Serve chiarezza di intenti, parliamo di progetti pluriennali, con tratti che vanno a impattare sulle valli, quindi bisogna pensarci bene fin dall’inizio”.
Questo il futuro, il presente si chiama estate sicura e autostrada libera: “Per tutto il periodo estivo, infatti, è stata confermata la sospensione dei cantieri permanenti con impatto sulla viabilità, a partire dalla mattina di venerdì 24 giugno e fino alla serata di martedì 6 settembre. L’interruzione delle lavorazioni consentirà di garantire una maggiore fluidità al traffico per le settimane estive, caratterizzate da un incremento dei flussi di traffico per via degli spostamenti verso le località di mare e di rientro dalle vacanze verso le città. Già per il ponte del 2 giugno, inoltre, è stata pianificata un’analoga interruzione, a partire dalla mattina di mercoledì 1° giugno e fino alla sera di lunedì 6 giugno”.
@raffaelevitali