PORTO SAN GIORGIO – Sono bastate 48 ore a Marco Marinangeli per passare da ‘vedremo cosa fare ma resto nella Lega’ a “sono uscito e sono entrato nel gruppo misto”. Si chiude così l’esperienza con il carroccio del consigliere regionale di Porto San Giorgio e di due suoi compagni di ventura, Mirko Bilò e Lindita Elezi. Del resto il sangiorgese da tempo è più vicino ad Andrea Putzu, FdI, che a Mauro Lucentini, vicesegretario della Lega Marche
La motivazione è spiegata in maniera chiara e ha un responsabile: il vertice del partito. “Dopo il congresso (eletta la segretaria Latini, ndr) è iniziata una fase verticistica del partito sia a livello regionale sia provinciale ed è venuto meno quel confronto che era necessario dopo anni di commissariamento”.
Secondo i tre consiglieri regionali “i vertici del partito stanno sostituendo con azioni autoreferenziali il glorioso patrimonio amministrativo della Lega, da sempre partito dei territori impedendo persino alla giunta regionale di svolgere serenamente il proprio mandato. Per motivi unicamente personalistici che nulla hanno a che vedere con il buon governo che i marchigiani ci hanno chiesto di ripristinare con il voto del 2020 si sta tradendo la loro fiducia. Poiché noi non abbiamo obiettivi personali da raggiungere e vogliamo solo rinnovare e rafforzare quotidianamente l'impegno assunto con i cittadini, pur restando nel centrodestra e rinnovando la fiducia alla giunta e alla maggioranza regionale, ci vediamo costretti ad operare una scelta non facile ma che appare, giorno dopo giorno, sempre più urgente e doverosa".
Quest decisione potrebbe agevolare il presidente della regione Francesco Acquaroli, in caso di nuovo rimpasto dopo le Europee. Se il risultato della Lega sarà inferiore a quello di Forza Italia, è facile che gli equilibri cambieranno in Giunta, facilitati dal fatto che la Lega non ha più il peso inziale in consiglio regionale.