FERMO - Alla prime luci del mattino, la pronta e tempestiva azione dei militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Fermo ha portato all' arresto di un pericoloso gruppo criminale, attivo nel territorio di "Lido Tre Archi" a Fermo. I Carabinieri hanno infatti identificato e arrestato i responsabili del tentato omicidio ai danni di un pregiudicato tunisino occorso poco tempo fa.
Le indagini sono state infatti avviate meno di un mese fa, a seguito di una segnalazione di colpi d’arma da fuoco con persona ferita, avvenuta intorno alle 21:00 del 29 settembre in via Aldo Moro a “Tre Archi”.
Sul luogo dell'agguato venne trovato un tunisino, senza fissa dimora e con precedenti penali, che presentava una lesione alla guancia destra, compatibile con un colpo d'arma da fuoco. Grazie all'intervento dei soccorritori del servizio 118, il ferito venne trasportato al pronto soccorso locale e poi all'Ospedale Regionale "Torrette" di Ancona - attualmente si trova fuori pericolo, nonostante la prognosi inizialmente riservata.
I militari, dopo il rinvenimento di due coltelli e un grosso cacciavite sul luogo dei fatti, hanno condotto approfonditi rilievi tecnici e indagini tradizionali, giungendo in poco tempo all'identificazione degli autori del grave episodio. Le indagini hanno rivelato il coinvolgimento di alcuni individui di nazionalità albanese, di cui una donna nata nel 1990 (P. R. le iniziali), con un bel pedigree criminale, legata sentimentalmente ad un noto pregiudicato nordafricano, attualmente in carcere per reati legati allo spaccio ed un altro albanese, nato nel 1993, anch'esso ben noto per reati specifici legati al traffico di stupefacenti nonché un terzo in corso di individuazione.
Secondo i gravi indizi raccolti, gli indagati hanno inizialmente aggredito verbalmente e poi fisicamente il tunisino, pure molto noto nell’ambiente del traffico degli stupefacenti e per numerosi reati predatori; successivamente, nel corso di un inseguimento sulla pubblica via, l'aggressione è culminata in via Aldo Moro di Tre Archi con un colpo di pistola esploso dai pregiudicati albanesi, volontariamente mirato alla testa con l’intento chiaro di uccidere l’avversario.
A sparare quasi certamente un revolver, utilizzate anche armi bianche tra cui un grosso machete. In quei frangenti di inaudita violenza, la donna albanese, munita di una mazza, inveiva e incoraggiava i connazionali ad ammazzare il nordafricano. Tutti gli indagati sono stati arrestati poiché destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dalla Procura di Fermo ed emessa dal GIP del Tribunale di Fermo, per il reato di tentato omicidio in concorso, con l'aggravante dell'utilizzo di armi, anche da fuoco.
Il GIP, nell’ordinanza, attese le modalità dell’azione criminosa, sottolinea che sussiste il concreto pericolo che gli indagati, se lasciati in libertà, commettano altri gravi delitti della stessa specie, anche alla luce della loro spiccata pericolosità sociale e proclività a delinquere, certamente tali da rendere assai probabile la reiterazione di simili delitti, con conseguente pericolo per la pubblica incolumità, avendo agito senza remore e alla presenza di passanti, tra i quali anche minori.
Nel corso dell’operazione sono stati impiegati circa 30 militari del Comando Provinciale di Fermo che hanno altresì operato perquisizioni negli appartamenti dei pluripregiudicati, per la ricerca di armi e droga. I due pregiudicati sono stati rinchiusi nel carcere di Fermo. L'impegno e la determinazione dei Carabinieri di Fermo sono stati decisivi nell'assicurare alla giustizia questi pericolosi individui e nel riportare la sicurezza e la tranquillità nella comunità.
L'arresto di questi pericolosi individui rappresenta un passo significativo nella lotta contro la criminalità ed il traffico di droga nel territorio di Fermo.