CIVITANOVA MARCHE - Avrebbe tentato di estorcere soldi a un imprenditore fermano, arrestato l'ex boss pugliese Salvatore Annacondia detto "Manomozza", che da anni vive a Civitanova (Macerata) dopo un periodo trascorso a Porto San Giorgio (Fermo).
L'uomo, 67 anni, è stato bloccato dalla polizia sulla costa maceratese dopo che la vittima si era rivolta alla questura di Fermo per denunciare l'accaduto. L'ex boss della malavita organizzata pugliese, originario di Trani, e a cui sono stati attribuiti una settantina di omicidi, avrebbe minacciato di morte l' imprenditore fermano per ottenere da lui alcune migliaia di euro.
L'imprenditore, però, non si è fatto intimidire e ha avvisato la polizia che si è presentata all'incontro per la consegna del denaro, a Civitanova Marche.
Cone riporta una nota della Questura di Fermo la vicenda trae origine da una segnalazione giunta presso gli uffici della Squadra Mobile di Fermo, in cui venivano evidenziate numerose visite del presunto estorsore presso l’azienda in cui l’imprenditore veniva fatto oggetto di minacce e di imposizioni relative ad un presunto debito per circa 10.000 €.
L’imprenditore, sotto minaccia anche fisica, avrebbe dovuto accollarsi un debito di un suo collaboratore, nonché dipendente, presso una società collegata all’azienda, in quanto “colpevole” di averlo assunto e di lavorare con lui, senza assicurarsi che lo stesso avesse onorato il debito con l’arrestato.
Dal principio dell’estate scorsa, infatti, numerose sono state le visite del pregiudicato volte a “ricordare” il pagamento del debito attraverso intimidazioni di varia natura e portata, che andavano dalla minaccia di prelevare fisicamente, con la forza, il “lavoratore moroso”, fino a delle vere e proprie minacce di morte nei confronti dell’imprenditore. Di qui la vittima, spaventata, effettuava un pagamento parziale del debito “accollato con la forza”, prima con il versamento di 2000 € e poi con ulteriori dazioni frazionate che l’arrestato prelevava direttamente in azienda.
Negli ultimi incontri, di cui uno nel mese di settembre, l’imprenditore estorto eccepiva che il debito non era il suo e che il lavoratore si sarebbe messo a lavorare in proprio, quindi non era tenuto a rispondere del debito altrui.
L’arrestato, però, gli imponeva di adempiere celermente perché il debito era diventato il suo, per il solo fatto di tenere quel lavoratore in azienda e che se lo sarebbe dovuto accollare tutto. In alternativa, l’imprenditore avrebbe potuto vendergli una casa di sua proprietà scomputando il debito stesso.
A queste vessazioni ed intimidazioni, l’imprenditore chiedeva di scomputare le somme già versate ma l’arrestato, ogni qual volta lo andava a trovare, diceva che quel debito rimaneva sempre di 10.000 €.
A quel punto, la vittima concordava una data in cui versare il dovuto onde liberarsi dalla morsa estorsiva, stabilendo come luogo di incontro la sua sede aziendale.
Considerati i gravissimi indizi, la Squadra Mobile di Fermo informava la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, avviando un’attività investigativa d’urgenza, volta a monitorare il presunto comportamento estorsivo in atto.
Sotto continue direttive della Procura, dato il poco tempo a disposizione degli organi inquirenti si apprestavano, senza soluzione di continuità, mirati appostamenti volti a monitorare sia l’estorsore che i luoghi in cui sarebbe avvenuta la consegna del denaro, onde raccogliere le prove della condotta delittuosa.
Vista la collaborazione della vittima e la gravità degli episodi estorsivi, in ragione della assoluta caratura criminale dell’arrestato, la Squadra Mobile di Fermo col supporto operativo della S.I.S.C.O di Ancona e di un’aliquota della Squadra Mobile di Macerata, ha proceduto ad approntare uno specifico servizio di osservazione e di pronto intervento all’interno dei luoghi in cui sarebbe potuto avvenire lo scambio del denaro, in modo da documentare compiutamente l’incontro concordato.
I poliziotti, in stretto contatto con la Procura della Repubblica di Macerata, hanno seguito tutto lo sviluppo dell’iter dell’incontro, appostandosi nei luoghi convenuti per lo scambio, in modo da evitare la possibile fuga dell’indagato.
Quindi, una volta avvenuto lo scambio di denaro con l’imprenditore e mentre l’estorsore si apprestava a lasciare la sede della azienda con ancora addosso il denaro prelevato, personale della Polizia di Stato lo fermava e rinveniva il pacchetto contenente il denaro precedentemente ricevuto, traendo così in arresto il soggetto a titolo di estorsione continuata.
Informata l’A.G., ne disponeva la traduzione in carcere.
Non si esclude che gli ulteriori sviluppi della vicenda, possano far emergere ulteriori posizioni di imprenditori coinvolti in attività estorsive.