FERMO - Sono scrigni antichi e preziosi. Alcuni spuntano dove meno te li aspetti, incastonati in un borgo di montagna o dietro un vicoletto. Altri sono maestosi, che solo a vederli da fuori ti riempiono gli occhi. Adesso sono chiusi, come tutti gli altri, ma la speranza è che, quanto prima, sui loro palchi torni a riecheggiare lo scalpiccio dei passi degli attori e le platee a riempirsi degli applausi del pubblico.
Sono 71 i teatri storici delle Marche, per i quali un disegno di legge presentato in Senato vorrebbe un riconoscimento ufficiale. Primo firmatario è il senatore dem Francesco Verducci. «Il patrimonio culturale marchigiano – spiega – è composto, tra gli altri beni, da un prezioso complesso di teatri storici, autentici gioielli architettonici ricchi di opere d'arte che, grazie allo straordinario investimento regionale per il loro restauro avvenuto negli ultimi venti anni, sono stati recuperati e restituiti alle comunità».
Una densità, quella di teatri storici marchigiani, altissima che ne fa «un vero unicum a livello nazionale ed europeo, se si considera che tra il Settecento e l'Ottocento quasi tutti i Comuni, anche piccolissimi, si erano dotati di un teatro». Molti dei quali, in tempi di pace, aperti al pubblico anche quando non ci sono spettacoli in programma.
«Costituiscono – chiosa Verducci, che è vicepresidente della Commissione cultura e istruzione del Senato – un fondamentale patrimonio culturale, dalle molteplici potenzialità anche come asset strategico di sviluppo economico e sociale, che con l’approvazione di questa legge avrebbero un ulteriore e formale riconoscimento».
Francesca Pasquali