MONTEGRANARO - Primo tempo con percentuali Nba alla Bombonera, finale al cardiopalma prima della gioia. Nel basket bisogna fare attenzione, perché quando si prendono troppi canestri è un attimo ritrovarsi sotto. Ma Jesi è troppo legata alle prestazioni del singolo. Mentre la Sutor trova la prestazione corale, anche se nel finale l’applauso è tutto per Bonfiglio e Gallizzi glaciali dalla lunetta.
La squadra di Ciarpella dà sempre l’impressione di poter scappare via (17-7) e un esempio è la tripla di Minoli per il 34-26. Ma poi arrivano gli errori, come quelli da un metro dal ferro di Riva. Quello che la Sutor non deve mai fare è accontentarsi, pensare che basti poco per battere l’avversario, magari cavalcare la buona media inziale da tre punti. perché poi un paio di ferri e tutto viene rimesso in discussione, in particolare se giochi contro una squadra come Jesi che parte con un 7/9 da tre punti (34-31). I piccoli gialloblù non tengono il primo passo di Jesi e così i lunghi sono costretti a usare le maniere forti o a subire il taglio di turno per aver provato ad aiutare sul play avversario. E tiro libero dopo tiro libero la partita non trova padrone.
Quando la Sutor si ricorda di usare i lunghi, le buone azioni escono. Il pick&roll tra Gallizzi e Tibs è quasi perfetto. E il fatto che il giovane lungo segni e subisca fallo è un bel segnale, solo che poi vanifica tutto commettendo falli e facendosi prendere rimbalzi in testa da Konteh. Quelle che non funzionano sono le azioni in cui due soli giocatori toccano palla, perdendosi in infiniti palleggi, vedi Bonfiglio-Minoli. Jesi in questi casi non perdona. Il simbolo dei primi due quarti è capitan Minoli, un canestro e due palle perse (48-47 al 20’).
Ciarpella deve fare a meno del fratello Francesco e del pivot Stanzani, la ripresa diventa una battaglia. Jesi viene da due sconfitte consecutive dopo un grande inizio, la Sutor dalla prima vittoria, tra l’altro in casa della corazzata Roseto. Si equivalgono le due squadre, Jesi, come la Sutor, non riesce ad approfittare del peso sotto canestro e si accontenta dei tiri da tre e dalla media, anche quando Minoli si sposta in posizione da 4 aprendo spazi per Riva che però si muove sempre fuori dal pitturato.
Le migliori azioni nascono sempre dalle mani di Gallizzi. Quello che servirebbe alla Sutor è un po’ più di calma. Una delle regole base è che chi prende il rimbalzo deve alzare lo sguardo e cercare il play, poi se impossibilitato a passare la palla può provare a palleggiare. Troppi in casa Sutor hanno l’abitudine di prendere il pallone e partire a testa basa, finendo per perdere palloni banali che costano, nel caso di Jesi, il pareggio 64-64, grazie a uno show personale di Magrini che segna otto punti in pochi minuti.
Sta di fatto che i padroni di casa sono maturati da inizio stagione. Seppur incompleti nel roster hanno trovato nel gruppo il punto di forza. Certo, sapere che se vai da Bonfiglio il più delle volte trova qualcosa di buono aiuta. L’entusiasmo cresce quando Tibs, si ricorda di avere il fisico, e strappa il rimbalzo a Quarisa, vecchio parente di quello ammirato anche al piano superiore, e segna un canestro chiave. Entusiasmo che nell’azione successiva lo porta a stoppare l’avversario.
La Sutor approfitta dei regali di Jesi e con Romanò vola in contropiede scavando un nuovo solco (81-72). L’illusione di avere già vinto fa rilassare la Decathlon e ne approfitta Giampieri, micidiale nei primi due quarti, poi scomparso fino all’incandescente finale in cui Minoli si ricorda della regola ‘una cosa buona, due negative’ (81-80). Smette di girare la palla, Ciarpella non chiama time out, ma l’appoggio più facile che sarebbe valso il sorpasso di Jesi si trasforma in un contropiede di Gallizzi che vale tre punti. Basterà? No, perché Magrini segna da nove metri. Ma questa Sutor non si abbatte più tanto facilmente. Ginocchia basse e difesa per evitare a 40 secondi dalla fine, il canestro beffa. Jesi ferma il pallone nelle mani di Magrini, il più in palla, ma alla fine anche quello che fa suonare la sirena dei 24 secondi senza tirare. Il time out, con 14 secondi da giocare, è d’obbligo. Chiaro che con la Sutor avanti di uno, Jesi faccia subito fallo. Solo che sceglie l’uomo sbagliato, Bonfiglio: il play fa due su due (86-83).
Mancano 18 secondi, Ciarpella prepara la difesa. fallo o non fallo, questo di solito è il dubbio quando si è sopra di tre punti. La scelta è per il fallo, ma arriva troppo presto. Giacché ringrazia ma segna solo un libero. Il rimbalzo di Romanò finisce poi nelle mani di Gallizzi. La sua freddezza vale il più quattro e poi la vittoria, meritata e voluta (88-85).