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Te la do io l'America: boom dell'export. Il distretto fermano corre, nuova strategia delle Marche per portare i calzaturieri negli Usa

20 Febbraio 2023

MILANO - Germania, Cina, Francia, Usa e Russia: ecco il quintetto base dell’export calzaturiero delle Marche. I dati di Assocalzaturifici, relativi ai primi nove mesi del 2022, ricalcano quelli della camera di Commercio delle Marche e mostrano un comparto in salute. Cosa che poi si evince muovendosi tra i padiglioni del Micam e ascoltando gli imprenditori.

Certo, ha ragione anche la presidente nazionale Giovanna Ceolini, che non è tutto roseo: “C’è una disomogeneità della ripresa e l’inflazione che pesa. A ciò si è aggiunto, a fine febbraio, lo scoppio di un conflitto di cui ancora oggi non si vede la fine, in un’area da sempre tra i maggiori clienti di alcuni distretti calzaturieri italiani”. Ma tutto questo sembra non riguardare le Marche.

Se a livello nazionale il comparto con 14,9 miliardi (+14% rispetto al 2021 ha superato il 2019, rinvigorito dalla performance dell’export (+23,3% in valore) e dalle griffe del lusso, nel distretto marchigiano, che ha il suo cuore tra Fermo e Macerata, va ancora meglio. “Un aumento del +34,4% in valore sullo stesso periodo dell’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un +3,3% sui livelli pre-pandemia di gennaio-settembre 2019)” spiega Giovanna Ceolini. E questo nonostante la chiusura di 264 aziende, tra calzaturifici e accessoristi. Tanto che la forza lavoro è cresciuta di 239 unità, dopo due anni di segno meno, con un calo di oltre duemila posti. Che la ripresa si areale lo dice anche il dato della cassa integrazione, -76,6% sul 2021.

Crescono i consumi delle famiglie, +9,6%, ma non abbastanza per tornare al pre pandemia sul mercato italiano. “L’anno che doveva segnare la piena ripartenza dopo la pandemia ha sì registrato il proseguimento del recupero della domanda, ma è stato penalizzato dal perdurare dei costi elevati delle materie prime, che dopo la fiammata di fine 2020 non hanno dato segni tangibili di ribassamento, e dai picchi record nei prezzi degli energetici, con un’inflazione mai così alta in Italia dal 1985” ricorda la Ceolini.

I cinque mercati faro delle Marche non ne hanno risentito, come tutti temevano. Anche se la Russia, che è all’ultimo gradino della classifica ancora non cresce ma ha ricominciato a mandare in giro i suoi buyer migliori. Tanti quelli visti tra i corridoi della Fiera di Rho.

Regina resta la Germania, in grande recupero la Cina grazie alle griffe, +138%, e alla riapertura dei negozi, terzo posto per la Francia e poi gli Usa, con un brillante +54%. Agli Stati Uniti ha dedicato un focus la Regione Marche, in fiera il governatore Acquaroli, insieme con Svem, Atim, Linea e Ice, nello stand voluto insieme con Confindustria Fermo.

“L’America è una priorità. Abbiamo pianificato un’azine insieme con Svem e Atim, per coniugare l’internazionalizzazione della nostra manifattura all’immagine turistica delle Marche. Per non sbagliare, però, abbiamo ideato un progetto che vive su più fasi, in primis l’analisi di mercato e delle stesse aziende” ha spiegato al Milano l’assessore regionale Andrea Maria Antoni. Analisi affidata alla Svem del presidente Santori. È stata la sua vice Mancini Cilla a entrare nel dettaglio dell’azione che vivrà di cinque tappe: webinar con l’Ice, analisi di mercato, azioni di comunicazione, iniziative negli Usa e incoming.

“Ci vuole pazienza. Non basta una fiera, no basta un viaggio. Serve costanza. E poi, le aziende devono essere ponte a garantire il servizio, l’americano vuole tutto in un solo invio, prezzo incluso. Avere un deposito di stoccaggio – prosegue Ceolini – diventa poi essenziale per chi vuole radicarsi”. A tutto questo lavoreranno insieme le società della Regione con l’Ice, a Milano per tenere a battesimo l’ambizioso progetto c’era anche il direttore generale Luongo, e Assocalzaturifici.

Sul fronte dell’export, nei primi nove mesi del 2022 si registra Le prime 5 destinazioni dell’export marchigiano, che coprono il 54% del totale, sono risultate: Germania (+18%), Cina (+138,6%), Francia (+26,1%), USA (+54,4%) e Russia (-18%). In flessione, come prevedibile, l’export verso Ucraina (-65,5%) scesa al 38° posto nella graduatoria delle destinazioni regionali. E considerando che le Marche coprono quasi 1/3 dei flussi italiani diretti ai due mercati in guerra, si comprende il peso.

Ma anche in questo caso, il Micam sta raccontando una storia diversa. “Abbiamo ritrovato amici ucraini oltre che i principali buyer russi” ammette Marino Fabiani, uno degli imprenditori più forti nell’ex Csi Tra i mercati per il sistema calzaturiero Italia, risultati premianti nella UE, +24,4% in valore la Francia e +27,4% la Germania su gennaio-ottobre 2021. Incrementi ben oltre la media in Nord America (USA +60%, Canada +68%) e Medio Oriente (+55%).

“Bene, seppur con risultati altalenanti durante l’anno, condizionati dai lockdown – anche la Cina (+41% in valore), ma soprattutto per l’alto di gamma (prezzo medio +34%)” conclude la presidente Ceolini che ora attende solo il pieno recupero delle scarpe in pelle, tipiche della tradizione made in Italy, che sono le uniche che ancora presentano un divario in volume del 10% sul 2019.

Raffaele Vitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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