MONTAPPONE – L’inverno è da sempre la stagione dei cappelli. Ma come sono andati i primi nove mesi dell’anno? I dati di Paolo Marzialetti, presentati da Tessilvari su base Istat, parlano di crescita. “Un aumento per quanto riguarda i Berretti sia delle esportazioni (305,2 milioni di euro, +32,8% sul 2021, +106% rispetto al 2020, +82,1% anche verso il 2019 vale a dire prima della Pandemia), che delle Importazioni (181,6 milioni di euro, +61,5% rispetto al 2021, +106,2% sul 2020, +72,4% anche nei confronti del 2019, dunque pre-Covid”.
Tendenza che prosegue, stando a Marzialetti, anche nel fine anno. “E non era scontato, pensando all’impatto della guerra in Ucraina. Crescono anche i cappelli di paglia, che avendo già invertito la rotta dal primo trimestre di quest'anno, persistono nel registrare un aumento delle esportazioni (19,4 milioni di euro, +32,4% sul 2021, +24,4,% rispetto al 2020, ma tornando ancorché marginalmente in territorio negativo, -0,3% sul 2019, dopo che per la prima volta anche questa tipologia di prodotto era tornata in territorio positivo, +12,9% addirittura anche sul 2019, nel trimestre precedente”.
È fondamentale per il distretto lo stato del cappello di paglia: “E’ il prodotto che più aveva subito la contrazione del turismo. La ripresa dei viaggi, soprattutto dagli Stati Uniti. Ora bisognerà continuare a monitorare attentamente se e quanto l'incertezza e l'insicurezza determinate anche dalla guerra Russo-Ucraina, acuite dalle precedenti e conseguenti incredibili crisi energetica e delle materie prime, potranno inficiare questi dati. Anche perché il paese maggior fornitore resta comunque la Cina con 68,8 milioni di euro (+76% sul 2021, +99,8% se confrontato con il 2020, come altresì in territorio positivo +46,8% anche rispetto al 2019, in assenza dunque della pandemia.
L’export ha come sempre destinazioni chiare. In testa la Svizzera, “dove ribadiamo sono presenti quasi tutte le piattaforme logistiche e distributive delle principali multinazionali del comparto del lusso”, mercato cresciuto già negli anni precedenti l'emergenza pandemica dovuta al Covid-19, che si mantiene stabile (51,7 milioni di euro, +2% sul 2021 e comunque sempre in fortissimo recupero rispetto sia ai primi nove mesi del 2020 +103,9%, che allo stesso periodo del 2019 +40,9%”.
A premiare il lusso è anche l’implementazione delle strategie di marketing dei maggiori brand a livello globale, “che proprio durante l'emergenza pandemica hanno puntato tutto sulle loro piattaforme digitali, per far fronte al calo delle vendite in presenza causato dai conseguenti lockdown, prima recuperando e poi espandendo le loro vendite soprattutto on-line, che hanno poi aiutato e stabilizzato la ripresa delle vendite in presenza anche dopo la regressione delle ondate pandemiche” ribadisce Marzialetti.
Dopo la Svizzera, ecco la Francia, mercato sempre connesso al lusso, e poi la Germania 34,4 milioni di euro, +26,4% sul 2021. “Sempre giù dal podio ma ancora in forte recupero gli Stati Uniti (31,2 milioni di euro, +47%, che persiste nelle sue ottime performance, sia dunque nei confronti dei primi nove mesi del 2021, che rispetto allo stesso periodo del 2020 con un incredibile +215,3%, oltre ad un altrettanto eccezionale +171% sul 2019, oltretutto pre-Covid). Mentre si conferma in controtendenza dalla lunghissima crisi iniziata con la Brexit e confermandosi stabilmente assieme agli altri mercati tradizionali per il Settore Cappello, il Regno Unito (16,6 milioni di euro +36,8%, se paragonato allo stesso periodo del 2021, tornando dunque in territorio positivo con +14% anche rispetto al 2020 e +6,1% sul 2019, pre-Covid”.
L’Oriente ha ripreso il suo cammino: il Giappone vale 9,7 milioni di euro, “conferma quanto il mercato del paese del Sol Levante sia ormai rientrato stabilmente nella classifica dei primi dieci mercati del nostro settore, dopo anni molto complicati”. Non riesce a sollevarsi la Polonia, segnata dalla guerra tra Russia e Ucraina.
“E tutto questo impatta sul distretto fermano-maceratese: “Il 70% del valore in termini di aziende, addetti e fatturato si muove tra Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone, oltre ai maceratesi Mogliano, Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano il cui core-business è comunque rappresentato dai soli comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l'80% delle aziende del Distretto e circa il 50% di quelle su scala nazionale”.