FERMO – La gestione dei tamponi è sempre più complessa. La gente vuole sapere, la gente vuole proteggere se stessa e gli altri. E quindi, non può che cercare un centro privato, visto che quello pubblico è destinato a chi viene contattato dall’Asur, per effettuare un tampone. Rapido, molecolare, fast, antigenico e via dicendo. Li fanno i tanti nel Fermano, e già questo rende la piccola provincia avvantaggiata rispetto ad altre perché può contare su strutture professionali.
Il problema è che si creano code anche lì. Questa mattina (foto) a Porto Sant’Elpidio prima delle 8 c’erano già una trentina di persone fuori di uno dei laboratori. Tutti diligenti con mascherina e in fila. “Ma ha senso tutto ciò?” si chiede il consigliere Giorgio Marcotulli. Che avanza una proposta al sindaco Franchellucci: “Il tampone è l’unico strumento che consente di individuare gli asintomatici. Ed è uno strumento valido, ma che richiede tempo. E allora, perché non creare punti tampone, magari al palazzetto”. Il consigliere di Fdi vede come soluzione un accordo tra pubblico e privato: “Si può fare una evidenza pubblica e destinare la struttura, visto che il basket è fermo, alla sanità. Un accordo con le strutture private, che potrebbero ruotare, per far lavorare tutti, o comunque organizzarsi. In cambio il comune potrebbe ottenere una riduzione dei costi, passando a esempio da 25 a 20 euro per i residenti a Porto Sant’Elpidio. Ragioniamoci”. Quello che il consigliere vuole evitare è di lasciare persone nei prossimi giorni, quando l’inverno arriverà, all’aperto, con il rischio di ammalarsi se ancora sani.