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Superlega amara. Yuasa Battery, l'urlo della vittoria resta in gola: Padova vince all'ultima schiacciata

20 Ottobre 2024

PORTO SAN GIORGIO – Come contro Monza, la Yuasa c’è. I 3-0 subiti vengono dimenticati in fretta da Marchisio e compagni. Ma non basta, Padova esulta. La prima vittoria in Superlega deve ancora aspettare. Il 16-18 finale al tie-break è targato Porro, fortissimo schiacciatore classe 20204.

Quanto fosse importante il match lo dimostra la festa di Padova a fine gara in mezzo al campo, punti pesanti per la classifica contro una diretta concorrente. Peccato, la Yuasa Battery è arrivata a una schiacciata dalla vittoria pur giocando senza i due titolari, Petkovic e Fedrizzi, davanti al prefetto D’Alascio. Di buono c'è il punto che muove la classifica e la conferma che le giovani seconde linee possono tenere il campo della serie A senza problemi, anche quando i big come Zhukouski e Marchisio non sono al top.

LA PARTITA

Come si vince un set già perso? A lezione dalla Yuasa Battery e soprattutto dai due ‘ragazzini’ terribili di coach Ortenzi: Cvanciger e Tatarov.

L’inizio è preoccupante, i grottesi non ingranano, soprattutto non riescono a mettere in difficoltà la regia di Falaschi che così regala alzate precise che i suoi schiacciatori devono solo trasformare in punti. Al contrario, le ricezioni no pulite della Yuasa rendono prevedibile il gioco di Zhukouski e così tra muri e palle sporcate, Padova sembra poter scappare via (6-13). Anche perché per metà set i padroni di casa non riescono a decifrare le traiettorie di Plak e Sedlacek.

Poi, qualcosa cambia. Demyanenko si ricorda di essere un giocatore che ha fatto le Olimpiadi e trova qualche primo tempo, ma soprattutto tocca un paio di palloni sotto rete che permettono i contrattacchi. Che diventano continui e decisivi nel finale di set, quanto Tatarov si trasforma in Petkovic. Arriva il primo sorpasso Yuasa sul 27-26, è quello decisivo perché l’azione dopo serve solo per chiudere il match.

SECONDO SET

Il secondo set si apre con Antonov protagonista, due errori e due gran punti. È evidente che per arrivare in fondo non bastano i due 2003 di Ortenzi, serve l’esperienza dello schiacciatore russo. Non ha paura la Yuasa, si è scrollata di dosso il timore di un nuovo 3-0, e quindi se la gioca. Soprattutto con Antonov che si muove come un gatto e sulle difese dei compagni diventa implacabile.

Il problema è che la ricezione stasera arranca, anche quella di Marchisio che di fronte a Sedlacek si fa improvvisamente piccolo e Padova scappa di nuovo, come nel primo set (3-7). Ortenzi ferma tutto e fa bene, Sedlacek perde il ritmo e il servizio lo manda contro la rete. Deve variare di più Zhukouski se vuole superare il muro degli ospiti, da qui l’alzata, dopo tempo per Mattei che ricorda a Padova di fare attenzione anche al centro. Che poi l’azione dopo metta in ritmo Tatarov è un’altra storia.

Può crescere a muro la Yuasa, ma serve anche la forza, quella che Masulovic ha più di Antonov (6-11). Che fa gli straordinari, per mancanza di lettura del suo palleggiatore, che l serve anche dopo una ricezione difficile in cui è stato costretto a rialzarsi da terra, farsi un paio di ‘posti’ per arrivare a schiacciare e subire il muro. Tutto materiale di studio per coach Ortenzi. che può dirsi soddisfatto dell’alzata rovesciata per Cvanciger che vale il 10-14.

Il risveglio di Mattei a muro è il sussulto che permette di tornare a giocarsi anche il secondo set. Padova ha pause incredibili, mostrate nelle precedenti partite da Grottazzolina che ora sa come approfittarne. Manca però qualcosa e la palla per completare la rimonta alla fine non cade a terra, azione incredibile con tre pallonetti per parte. E così Padova allunga in maniera decisiva.

Ortenzi a dire il vero ci prova ancora, si gioca anche la carta Schalk e il francese a freddo riceve e schiaccia alla perfezione, come Mattei l’azione dopo in primo tempo. giocata che l’alzatore usa decisamente troppo poco, chiedere a Demyanenko per conferma. E se non gira al meglio la mente, ha bisogno anche di palloni più giocabili dalla difesa, poi il braccio non fa miracoli. Il secondo set va in Veneto (20-25).

TUTTO DA RIFARE

Si va al terzo. La chiave è nella ricezione, se la Yuasa tiene le battute di Padova, il match è giocabile, altrimenti sei affidato ai miracoli di Zhukouski. È il più equilibrato con la novità che i grottesi partono in vantaggio. Ortenzi conferma Shalk nel sestetto, il francese ha fatto vedere buone cose e le conferma riuscendo per due volte a sfondare il muro avversario. Muro che alza anche Zhukouski, richiamato poco prima dall’arbitro per non aver ammesso un tocco, scoperto poi dal video check. Il più tre Yuasa Battery costringe Cuttini, allenatore dei padovani, al time put prima che sia troppo tardi (17-14).

Quando sei in difficoltà, non puoi che affidarti al più forte o al più grosso. E in casa Sonepar sono la stessa persona, Marko Sedlacek. Non c’è un padrone, ma forse sarebbe finito prima se il palleggiatore in maglia gialloblù non avesse giocato un paio di palloni troppo leggero: un secondo colpo nella età campo e un tentativo di schiacciata sul muro avversario. Nonostante ciò, alla voltata finale la Yuasa arriva in vantaggio (23-22). Sul 23 pari l’arbitro si prende la responsabilità di fischiare un fallo in palleggio ai padroni di casa, il pubblico si infuria, Ortenzi anche e il time out è per evitare di dire cose peggiori. Ai vantaggi contano i dettagli, se il servizio non lo metti mai nell’altra metà campo, prima o poi sbagli l’attacco e Padova esulta con il baby Orioli, vecchia conoscenza dei grottesi che l’avevano incontrato, e subito, con la maglia di Ravenna l’anno scorso.

IL RISCATTO

Quello che non riesce a trovare la Yuasa è al continuità. Padova trova troppi attacchi facili, spesso senza muro perché alzate di Falaschi non vengono lette dai giocatori di Ortenzi. deve spingere al servizio la Yuasa se vuole stare in partita e soprattutto almeno mettere la palla nell’altra metà campo, invece tra fine terzo e inizio quarto periodo, soprattutto con Schalk e Tatarov regala troppi punti. Antonov, senza brillare fa il suo. Demyanenko, che ha capito cosa serve, il servizio no lo sbaglia, Padova fatica, Schalk difende e Tatarov la mette a terra. E così l’azione dopo. Basterebbe poco, ma a quanto pare è più difficile di quanto si pensi (8-7).

Una squadra che deve salvarsi deve sbagliare il meno possibile e speranza in qualche invenzione, come quella di Zhukouski per il 18-17 o la battuta che Padova non si aspetta di capitan Vecchi, mai stato così decisivo in stagione. Marchisio tentenna, il posto 6 è indigesto, ma ci pensa Demyanenko, con tre muri consecutivi, a fermare la verve del mancino Masulovic e compagni. Si chiude così il quarto set (25-20) e si va al tie-break.

QUESTIONE DI DETTAGLI

Un punto a fine partita è certo, due la speranza. Tatarov viene rimandato al mittente dal muro di Padova e così Mattei, ma ci pensa Antonov a dire agli ospiti che dovranno sudarsela la vittoria. Arriva a schiacciare tre volte di fila, del resto Zhukouski si è capito che contro Padova i suoi centrali li serve proprio se necessario. Una giocata da titolare di Cvanciger tiene tutto in equilibrio e gasa i compagni.

Nel tie-break Ortenzi ritrova i suoi ‘ragazzini’, molto precisi in attacco e quando Vecchi manda fori giri la ricezione di Padova con il suo servizio che non si abbassa mai ma non esce la speranza di farcela cresce. il time put di Cuttini serve al dj per centrare la prima canzone della serata, con l’Eye of the Tiger di Rocky. Il primo lungolinea sbagliato di Masulovic non viene sfruttato dalla Yuasa che con Mattei centra la rete e causa un quarto tocco. Per vederlo però serve l’ennesimo video check, di una partita infinita che tocca le tre ore (2h57'), purtroppo premia ancora una volta Padova. È caos, l’arbitro ci impiega quasi cinque minuti a decidere, ma il punto va agli ospiti e tutto torna in discussione (11-10).

Ortenzi chiama il time out con un’azione di ritardo, anche questa è esperienza che matura. Sono carichi i grottesi, arrabbiati per i palloni persi a gioco fermo e la schiacciata di Antonov dopo due difese consecutive, via Vecchi, ne sono la prova. C’è fame di vittoria al PalaSavelli. E quando Masulovic spara fuori di metri, esplode la festa. Ma dura pochi secondi, quelli che servono per segnalare il tocco, che nessuno voleva vedere. È parità a quota 14, degna fotografia di un match salvezza che però alla fine premia la freddezza di Porro.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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