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Superbonus, il Governo lo stoppa e le imprese tremano. Unimpresa: "Fallimenti e usura". Torretti: "Rivedere la cessione dei crediti"

16 Novembre 2022

SANT’ELPIDIO A MARE – Tutte quelle gru, quei cantieri partiti, quelle imprese al lavoro. Tutto a rischio? Ne sono convinti in tanti dopo la decisione del governo Meloni di cancellare il Superbonus110% in fretta e furia.

“Il rischio – aggiunge Unimpresa – è di fermare anche una parte rilevante dei cantieri edilizi che potrebbe sfociare a forme illegali di approvvigionamento di denaro con rischio usura, particolarmente esteso ed accentuato nelle regioni più piccole, quelle del Sud e nei territori economicamente più deboli”.

Il problema ruota attorno alla capienza fiscale delle banche e di Poste Italiane, i principali soggetti coinvolti nella macchina del Superbonus per la cessione dei crediti che lo Stato ha reso possibili per favorire la ripresa del settore edilizio e delle costruzioni.

"Quantomeno il Governo ampli la capienza fiscale delle banche, così da rimettere immediatamente in moto la macchina evitando lo stop dei cantieri” prosegue il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi che rimarca quanto già sostenuto dall'Abi e dall'Ance: la norma sul Superbonus è stata concepita male, ha generato problemi e i continui, contorti interventi correttivi hanno peggiorato la situazione.

I Italia sono 307.191 gli interventi avviati con il meccanismo del Superbonus 110% per un valore di 51 miliardi di euro e, di questi, 38 miliardi riguardano lavori già realizzati e cantieri chiusi. Il meccanismo, assai favorevole, della cessione dei crediti introdotto con il Superbonus edilizio ha avuto un impatto rilevante nella crescita del prodotto interno lordo del nostro Paese: negli ultimi due anni, circa il 30% della crescita del pil è stato ottenuto proprio dal comparto delle costruzioni.

C’è chi vede in realtà del positivo, come il senatore Guido Castelli, ex assessore al Bilancio della regione Marche. Almeno per quanto riguarda il cratere sismico: “Il Governo ha voluto salvaguardare la possibilità per i proprietari degli edifici lesionati dal sisma del 2016 di continuare fino al 2025 ad usufruire del bonus al 110% per finanziare le quote di accollo che, altrimenti, graverebbero sui singoli terremotati bloccando la ricostruzione. Resta tuttavia per i terremotati la problematica inerente la difficoltà, o meglio l'impossibilità di trovare istituti bancari che accettino la cessione del credito".

Tornando al Superbonus, gli interventi volti alla riqualificazione energetica, il 50% è al Nord, il 30% al centro e il 20% nel Sud e nelle Isole. Nel dettaglio, su base regionale, 47.288 interventi sono in Lombardia (8,6 miliardi), poi 37.675 in Veneto.

Le Marche sono molto lontane con 7.007 e 1,2 miliardi di valore. Numero comunque importante vista la dimensione della regione. Tolto l’Abruzzo tutte le piccole hanno meno cantieri delle Marche, il Molise si ferma a duemila. “Dobbiamo dare delle certezze agli operatori del settore e non cambiare continuamente il quadro normativo con termini perentori e senza un auspicabile regime transitorio” aggiunge Roberto Torretti, presidente di Aniem-Confapi Ancona e imprenditore di Sant’Elpidio a Mare.

“Impensabile bloccare i crediti già maturati dalle imprese. Intanto abbiamo chiesto di prolungare fino al 31 dicembre 2022 la detrazione del Superbonus 110 per quegli interventi ai quali risultino già formalizzate le comunicazioni di inizio lavori prendendo così un po’ di tempo”.

Il rischio reale, in questo momento, è di “far fallire tante aziende che dovranno chiudere pur avendo i cassetti fiscali pieni e lavoro per i prossimi anni stoppando un percorso di riqualificazione energetica oltre che antisismica che sta consentendo di rinnovare il patrimonio immobiliare, tema di estrema attualità di cui non ci si dovrebbe dimenticare” conclude Torretti.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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