ASCOLI PICENO – La nuova casa dell’arte è il Forte Malatesta di Ascoli piceno. Al suo interno sono state raccolte 51 opere recuperate e restaurate dopo il sisma del 2016. Anche se 37 sono quelle esposte. È la mostra ‘Rinascimento marchigiano’, visitabile fino al 2 febbraio, realizzata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, frutto della convenzione siglata da Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni nel 2017 in collaborazione con la Soprintendenza regionale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
Opere d’arte di proprietà di 17 enti pubblici ed ecclesiastici delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. “Un lavoro di squadra che consentirà a tutti di ammirare 37 dipinti, dal '400 al '700, ridonati allo splendore; oltre al valore artistico, rappresentano devozione e tradizione delle aree marchigiane colpite dal sisma” sottolinea la vicepresidente della Regione, Anna Casini.
“Sono il simbolo della resilienza del territorio dopo il sisma e dove il volano deve essere l'arte e la cultura che traina poi tutti gli altri ambiti” aggiunge l’onorevole Giorgia Latini.
Tra le opere crocifissi lignei e vesperbild di ambito tedesco, che si trovavano nelle chiese come oggetti di culto dei fedeli. Non mancano nomi importanti come Jacobello del Fiore con la serie delle Scene della vita di Santa Lucia provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo, Vittore Crivelli con la Madonna orante, il Bambino e angeli musicanti di Sarnano; Cola dell'Amatrice di cui spicca la Natività con i santi Gerolamo, Francesco, Antonio da Padova e Giacomo della Marca dalla sacrestia della Chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno. Da Roma Giovanni Baglione e Giovanni Serodine che dalla Svizzera seguì nella capitale l'esempio di Caravaggio. Da Monsampietro Morico le opere restaurate della Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Antonio Abate.
“L'obiettivo della mostra è anche quello di rendere fruibili le opere restaurate da qui in futuro” ha spiegato Moriconi, Soprintendenza dei Beni Architettonici delle Marche e co-curatore con Papetti.
La mostra Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma rappresenta un viaggio nella religiosità popolare marchigiana attraverso un affascinante percorso stilistico e iconografico che, partendo dal centro della regione arriva fino alla costa, era stato già definito da Federico Zeri e Pietro Zampetti cultura adriatica.
Proprio per questo la mostra è stata pensata come un evento espositivo itinerante che, dopo la prima tappa di Ascoli Piceno, dal 18 febbraio al 5 luglio 2020 approderà a Roma, presso il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni, che ha permesso il restauro delle opere insieme ad ANCI Marche, e infine si concluderà a Palazzo del Duca di Senigallia, dal 23 luglio al 3 novembre 2020, per favorire la conoscenza dell’operazione al grande pubblico, nazionale ed internazionale, che gravita nel periodo estivo lungo la costa adriatica. Terminate le mostre, le opere che non potranno essere ricollocate nelle loro sedi originali perché crollate o non ancora restaurate, saranno collocate in 8 depositi e lì saranno sempre a disposizione del pubblico.