VERONA – Una vittoria che fa bene all’anima e sicuramente renderà la stanchezza più leggera.
Pesaro espugna Verona e si regala Torino ai play in e, in caso di vittoria, la sfida contro la Fortitudo. Un primo turno da giocare in casa, mercoledì o giovedì, con un campo però da trovare visto che a Pesaro il palas è occupato.
“Ora ce la giochiamo, inizia il momento più bello e più tosto della stagione. Stiamo sul pezzo e ci faremo trovare pronti” commenta Octavio Maretto, il migliore per continuità della partita, anche se la palma del vincente va ad Ahmad, che nel quarto periodo ha mostrato il lato buono del suo talento, che aveva invece lasciato nello spogliatoi per venti minuti.
LA PARTITA
Due quarti al limite dell’imbarazzante. Fretta nei tiri, pessime scelte, giocatori leader che si nascondono. La Carpegna Prosciutto per venti minuti è stata solo Maretto. E infatti è andata anche sotto di15 punti e solo grazie a un paio di regali di Verona ha finito sul 44-33.
L’area pitturata dei biancorossi si conferma terra di conquista, ma non certo per colpa dei lunghi, visto che gli esterni, contro la Tezenis, hanno rimesso in mostra la totale incapacità difensiva. In media ogni piccolo di Verona dopo una finta o un palleggio supera l’avversario e o segna o trova l’uomo libero. Nascono così anche i canestri di Gazzotti, lungo di riserva 33enne di Verona che fa quel che vuole vicino al ferro. Ci sono poi le giocate di Udom e di Copeland (39-25).
Coach Leka i time out oggi li chiama, ma nello spogliatoio deve essere girata camomilla dentro le borracce. Non serve neppure un tecnico, preso per una protesta dopo un contatto sospetto su King. L’abulia è totale e il terzo fallo di Maretto toglie all’improvviso anche l’unico che attacca il ferro e supporta l’energia messa da Lombardi e Quirino De Laurentiis.
L’intervallo arriva come la campana che salva per il pugile che è caduto a terra due volte ma si è rialzato. La VL in un amen ricuce le distanze. Un parziale di 11 a 0 frutto dell’improvvisa intesa, e impegno, di Ahmad e King. Il primo penetra, il secondo tira. Addirittura, con Ahmad in penetrazione, la Carpegna Prosciutto sorpassa (46-48). Si consuma qui l’ennesima illusione di questa stagione. Perché torna la fretta e la scelta sbagliata di tiri, frutto di una ‘non regia’ di Imbrò, palesemente fuori partita.
Coach Ramagli ritrova anche Cannon, il muscoloso pivot che era stato fermato dai falli. In mezzo all’area si sente perché sa prendere posizione ed è chiaramente al centro dei giochi di Verona, con i piccoli che penetrano e sanno sempre dove trovarlo.
Quando Maretto, tornato in campo dopo la panchina obbligatoria, sparacchia da tre, la Tezenis si carica come una molla e con Copeland infila due triple consecutive che scavano il nuovo solco e mandano Pesaro all’ultimo quarto con nove punti da recuperare.
La strada per rimontare è quella dei primi minuti, coi piccoli che puntano il ferro e non si accontentano della conclusione da lontano, magari dopo un passaggio. Lo sa Leka, lo sanno i giocatori, prova a spiegarlo a tutti ancora Maretto, che riesce anche a far schiacciare Zanotti.
Ma serve qualcosa di più per sperare di vincere: serve Ahmad. E l’americano risponde presente alla richiesta del coach, che lo premia anche quando perde palloni che sembrano decisivi, come quello sull’81-80 che era arrivato dopo una sua tripla.
Time out di Leka, che prova a mettere ordine. Ma con Ahmad non c’è logica e infatti entra e tira da sette metri. Solo che oggi segna. Finisce così, in realtà ci sono anche due liberi dell’americano che suggellano la grande rimonta con vittoria finale per 81-85.
Una partita che insegna molto, anche su quello che deve essere fatto in difesa, soprattutto dopo che per venti minuti non si è riusciti ad applicare quanto pensato.
“Questa era una prova generale dei play in, contavano i nervi e la difesa. Siamo stati bravi a ripartire, non siamo in paradiso ma ci dà forza e in settimana saremo pronti con tanta energia” conclude Leka. (credit PHOTOEXPRESS)