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Su il cappello, i berretti piacciono, vende meno la paglia: Paesi Bassi e Stati Uniti fanno respirare il distretto fermano. "Azioni necessarie"

9 Luglio 2024

MONTAPPONE – “Noi lavoriamo, non possiamo lamentarci. Ma l’equilibrio è sempre complesso” commentava, sulla terrazza di Licini a pochi minuti dall’inaugurazione della mostra dell’amico Sandro Trotti, l’imprenditore Serafino Tirabasso.

Il comparto del Cappello tiene, anzi calano le importazioni del 10% e cresce l’export soprattutto dei berretti, che da soli valgono 95 milioni di euro. Arranca il prodotto tipico del fermano, il cappello di paglia, che dopo una crescita ininterrotta dal 2022 torna a scendere nel primo trimestre del 2024 (-9,9%).

 “Si conferma dunque il cambio di paradigma, legato anche ad un modificato approccio rispetto alle priorità dei fruitori e consumatori finali anche legati al segmento del lusso, che vanno dunque ad incidere sul lifestyle. È esaurita la cosiddetta "onda lunga" del rimbalzo post-pandemia, che aveva illuso anche i principali gruppi e multinazionali dei brands del lusso a livello globale con previsioni di volumi di produzioni troppo ottimistiche, che hanno generato rimanenze e merce invenduta nei propri magazzini pari a 4,7 miliardi di Euro, che non possono essere svendute pena la perdita di reputazione dei propri brands” spiega Paolo Marzialetti, vicepresidente Tessilvari e responsabile nazionale cappello.

“Non dobbiamo dunque lasciarci trarre in inganno dalla persistenza degli aumenti a due cifre di alcuni brands del comparto del Lusso, poiché tali pur ottimi risultati non sono dovuti all'aumento delle produzioni, ma esclusivamente all'aumento vertiginoso dei loro prezzi di vendita "retail" anche e soprattutto nei prolifici mercati dell'Estremo Oriente che sono serviti altresì per sopperire al rallentamento del numero dei capi prodotti” aggiunge.

La Cina, nonostante le difficoltà logistiche, si conferma il primo paese importatore, 15,6 milioni, ma in netto calo. “A causa degli effetti inflattivi, conseguenza degli sconsiderati aumenti delle materie prime, in media del 30/40%, e dei costi di gas ed energia elettrica negli anni post pandemia, ora calmierati, a cui vanno ad aggiungersi i tassi d'interesse ancora molto alti, che soltanto negli ultimi mesi hanno rallentato la loro corsa, allentando in tal modo anche il cosiddetto "credit crunch", oltre alle sempre presenti persistenti sanzioni e restrizioni dovute alla guerra Russo-Ucraina, alle quali si sono aggiunti altresì gli effetti collaterali derivanti dal più recente conflitto tra Israele e Hamas” riprende Marzialetti.

Guardando ai mercati, la Svizzera viene scavalcata anche sia dagli Stati Uniti, che conquistano il terzo gradino del podio (8,4 milioni di Euro, invertendo la tendenza dei dati a consuntivo di tutto il 2023 con +10,4%), e dal Giappone che sopravanza di ben quattro posizioni con un risultato molto sorprendente, benché questo mercato sia ora sfavorito anche dal cambio valutario, che ha visto lo Yen indebolirsi moltissimo negli ultimi mesi (5,1 milioni di Euro, +16,7% sui primi tre mesi del 2023).

Scende la Corea del Sud (3,8 milioni di Euro, malgrado un -10,1% sullo stesso periodo del 2023) ma resta davanti al Regno Unito, che perde diverse posizioni, evidenziando di non essere mai davvero uscito dalla lunghissima crisi iniziata con la Brexit. Chiudono la classifica dei primi dieci mercati per il distretto fermano maceratese i Paesi Bassi (2,6 milioni di Euro, in territorio positivo nei confronti del 2023 +25,2%.

“Non va mai dimenticato – la chiosa di Marzialetti – che il 70% del valore in termini di aziende, addetti e fatturato spetta al nostro Distretto del Cappello Fermano (Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone) - Maceratese (Mogliano, Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano) il cui core-business è comunque rappresentato dai soli comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l'80% delle aziende del Distretto e circa il 50% di quelle su scala nazionale”.

Questa concentrazione di aziende, un’ottantina per 1350 dipendenti, merita quindi attenzione e investimenti da pate della regione Marche, in primis. Le priorità non cambiano ormai da anni: “la Zes, la decontribuzione del 30%, le infrastrutture viarie. Ne abbiamo parlato anche con il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ma raggiungere la decontribuzione è quasi impossibile. Speranza invece c’è per la risoluzione della questione crediti d’imposta, ottenuti dalle nostre imprese negli anni scorsi, a fronte di attività di ricerca, sviluppo, innovazione e per i nuovi campionari”.

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