di Raffele Vitali
FERMO - ‘Regala un sorriso alle donne in terapia oncologica’. È questo l’obiettivo che si è data Elisabetta Ramini, estetista da anni puto di riferimento del reparto di oncologia del Murri, che per tutta la settimana, fino al 15 marzo, regalerà un trattamento o una consulenza. E come lei le professioniste in estetica oncologica che fanno parte dell’Apeo.
Ramini, lei da anni è un punto di riferimento per il Murri. Cosa la spinge a lavorare in questo campo così delicato?
“Le donne sono colpite doppiamente dalla malattia perché oltre alla paura e al dolore cui legate alla malattia, c'è anche il cambiamento fisico. Penso a cicatrici, attesa della protesi al seno, perdita dei capelli, alterazioni ungueali, dolori ai piedi, onicocriptosi, mancanza di sensibilità. Sono tutti fattori che impattano psicologicamente peggio rispetto all'uomo. Poter fare qualcosa è importante”.
Lei ha un centro estetico, ma è anche da anni partner del reparto e collabora con associazioni come l’Anpof. Come è cambiato il suo mondo sotto pandemia?
“Esattamente un anno fa si interrompeva la mia esperienza di volontariato come "Specialista in Estetica oncologica" in reparto. Certo, ho continuato a svolgere consulenza e servizi alla persona presso il mio istituto di bellezza, anche con lo scopo di alleviare gli effetti dolorosi e invalidanti ai quali va incontro il paziente in terapia oncologica e conseguentemente migliorarne la qualità di vita”.
E così aderire all’iniziativa dell’Apeo è stato facile?
“Non ho avuto alcun dubbio, l’obiettivo è regalare un sorriso alle donne in terapia oncologica”
Quindi, come funziona questa settimana free?
“I trattamenti si possono fare nel mio istituto e sono tutti protocolli studiati da medici e fisioterapisti dello IEO di Milano per oncologici in atto dal 2013”.
Quali donne cercano l’estetista oncologica?
“L'età media delle donne non c’è: dalle 28 enne alle 75 enni. Stando normalmente in reparto ogni mercoledì mattina si era creata una vera famiglia. I vantaggi erano per tutti, io lavoravo di più, ma soprattutto i benefici erano evidenti. Quest’anno le richieste ci sono state, ma sono diminuite”.
Sarà possibile rientrare in reparto?
“Quello che posso dire è che i dottori, dal primario in giù, se lo augurano. Perché questo servizio negli anni, grazie all'Anpof, ha avuto una crescita esponenziale di pazienti trattati”.
Qual è uno dei problemi che le donne patiscono più spesso?
“I piedi subiscono a causa delle cure una grave secchezza cutanea che può arrivare alle fessurazioni sui talloni che provocano molto dolore. Per mitigare e alleviare tutto questo si interviene con impacchi di specifiche creme e si consiglia poi una terapia da proseguire a casa, spiegando anche quali abitudini vanno cambiate”.