di Francesca Pasquali
PORTO SANT’ELPIDIO - I due porti che oggi non ci sono più. La casa di Ivo Pannaggi, il numero due del Futurismo. Gli esperimenti nei campi del vescovo Bacher. La nascita del Borgo marinaro. Pillole di storia sconosciute ai più, diventate una guida di Porto Sant’Elpidio.
I testi li ha scritti Annalinda Pasquali, consigliera comunale col pallino per la cultura. Ha raccolto gli articoli che ha scritto negli anni sulle bellezze del Comune costiero. E ha scartabellato gli archivi, soprattutto quello di Sant’Elpidio a Mare. Ne è uscito un testo in italiano e in inglese (ma già si ragiona di tradurlo in tedesco), edito dal fabrianese Claudio Ciabocchi, che è esperto in materia, con decine di pubblicazioni del genere alle spalle, e che ha scattato la maggior parte delle foto della guida.
Sette euro il prezzo di copertina. Il testo è stato stampato in mille copie, metà comprate da Croce Verde, che la vende a cinque euro, e Fondazione Carifermo e metà acquistabili nella libreria “Il gatto con gli stivali”. Poi c’è l’online: Amazon e gli altri canali. Una copia è stata spedita alla biblioteca di Roma, un’altra a quella di Bologna, inserite nei cataloghi di settore.
Così, “Sant’Elpidio in tasca” (questo il nome della guida) comparirà tra i testi di ricerca. «L’idea – spiega Pasquali – era di realizzare un prodotto che in città non c’era, pensato prima per i cittadini, poi per i turisti. Un omaggio alla città che ha un pedigree di cui nessuno è consapevole, per restituire conoscenza e spessore a ciò che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi».
Come la casa estiva di Ivo Pannaggi, di fronte al passaggio a livello oggi chiuso, tra il lungomare e la Statale. Nel 1923, il numero due del Futurismo, dopo Filippo Tommaso Marinetti, ha dedicato una poesia alla cittadina: “Mare tranquillo di Sant’Elpidio. Spiaggia ghiaiosa con poche barche”. O il quadro di Cesare Monti, rinvenuto per caso nella casa parrocchiale, ora nella cappellina laterale della chiesa della Madonna della Fiducia. O gli esperimenti agricoli del vescovo Bartolomeo Bacher (il vescovo agronomo) in zona Pescolla. O ancora la storia del parco dietro il Comune, impianto originale di villa Bernetti, del borgo marinaro, delle mura che formavano l’ex dogana, «una delle più importanti della costa medio-adriatica» e quella dei due porti che oggi non ci sono più, ma che restano nel nome del Comune.
Non solo storia, però. Una parte della guida è dedicata ai principali eventi portoelpidiensi. Come il beach soccer, il Palio del mare, le maratonine, la Gran fondo di ciclismo. E all’enogastronomia, con riferimenti ai “sarduncì scottaditu” e allo stoccafisso.
I numeri utili occupano l’ultima sezione del testo che nei prossimi giorni sarà presentato ai cittadini. «Un lavoro che ha richiesto impegno e che merita di avere successo», la sintesi del presidente della Croce Verde e componente del cda della Fondazione Carifermo, Ezio Montevidoni.