FERMO - Il primo corso è finito. Tra poco partirà il secondo. Alla fine, saranno una trentina gli autisti della Steat abilitati a usare il defibrillatore. La società del trasporto pubblico locale ne ha comprati sette. E li ha sistemati nei depositi, al terminal “Dondero” e sugli autobus da granturismo.
«Un altro tassello verso un servizio sempre più sicuro», spiega il presidente, Fabiano Alessandrini. I defibrillatori li ha prodotti la Zoll, azienda americana con rivendite nel Maceratese. Tra i primi ad aver imparato a usarlo c'è Andrea Marè, autista e rappresentante sindacale. «È un valore aggiunto, qualcosa in più nel percorso sulla sicurezza avviato da questa azienda già da anni», dice. Ma le macchine salvavita, che «aumentano del 75% la possibilità di sopravvivenza», possono essere usate da tutti. Anche da chi non ha fatto il corso e non è abilitato.
L'ha stabilito un provvedimento del 28 agosto scorso. Ma niente panico. I defibrillatori in questione sono molto intuitivi. Parlano e seguono passo passo il soccorritore, dicendogli anche se sta facendo bene il massaggio cardiaco. Un servizio in più che piace al Comune. Che, attraverso l'assessora Micol Lanzidei, invita «a continuare ad andare sempre nella direzione che tiene conto degli aspetti fondamentali della vita di ciascuno, come la salute».
I sette defibrillatori si inseriscono in un percorso sulla sicurezza avviato dalla Steat all'inizio della pandemia. Quando la società ha fatto arrivare dall'Olanda un carico di mascherine Ffp2, in quel periodo introvabili in Italia. Proseguito con le sanificazioni costanti dei mezzi, le cabine divisorie per proteggere gli autisti e la disponibilità a fare i vaccini in azienda, che poi non s'è concretizzata. Il banco di prova c'è stato con la riapertura delle scuole.
«Di concerto con la Prefettura – spiega Alessandrini, ringraziando il direttore Pollicelli –, stiamo facendo un grande lavoro. Il problema principale per il Comune è il traffico, per noi la distribuzione dei carichi a bordo, quando le scuole anticipano l'uscita di alcune classi. Per risolverlo, basterebbe comunicare di più». L'ultimo step, adesso che si ricomincia a viaggiare, riguarda il granturismo e i separé trasparenti messi tra le file di sedili. Per stare più tranquilli.
Francesca Pasquali