FERMO - “Le dichiarazioni appaiono superficiali e non rispondenti alla reale situazione societaria considerati i bilanci degli ultimi 10 anni, tutti certificati dai revisori dei conti e dai collegi sindacali avvicendatisi e tutti approvati all'unanimità dalle assemblee dei soci (inclusi il socio di maggioranza Provincia di Fermo ed il socio Comune di Rapagnano, di cui era Sindaco l'attuale Presidente On. Ceroni). Per cui, il presidente della Provincia Michele Ortenzi, che detiene l’84% delle quote dovrebbe intervenire”. A parlare sono Aronne Perugini e Stefano Pompozzi, ovvero gli ex presidente e vice dell’ente che è socio di maggioranza della società di trasporto pubblico.
Su questo punto, tirato in ballo indirettamente, perché i due politici si sono rivolti a Ortenzi, Ceroni ribadisce quanto detto con convinzione: “Il nuovo Cda lavora con impegno e serietà. I comuni soci e i cittadini sono stati informati della condizione economica in cui abbiamo trovato la società. Ma l’ho detto subito, la rimetteremo in sesto, garantendo il futuro”.
Inevitabile un passaggio politico: “MI meraviglio che esponenti politici blasonati, che hanno ricoperto il ruolo di presidente e vice della Provincia, abbiano svolto la loro attività in maniera quantomeno distratta. Non devono ignorare che il debito assunto dalla Steat, tra mutui e leasing, ammonta a più di 12milioni (8 senza i vari interessi che maturano, ndr). E questo a fronte di un fatturato inferiore ai 10milioni”.
L’altro aspetto sollevato da Perugini e Pompozzi nell’interrogazione, è quello dei beni immobili messi in vendita: “Ceroni ha annunciato dismissioni del patrimonio societario, come l'attuale deposito che insiste nell’area Santa Lucia a Fermo (strategico per la posizione, necessario a garantire un vantaggio competitivo dell'azienda in occasione delle gare per l'affidamento del servizio) e la proprietà di Monte Cacciù. Il tutto senza un piano industrial”.
Beni che, ricorda Ceroni, sono ipotecati a garanzia di alcuni mutui accesi. “Per Alessandrini (ex presidente, ndr) sono investimenti e potrebbe avere anche ragione. Ma la Steat negli ultimi dieci anni ha pagato 1,5milioni di euro di interessi, un macigno inaccettabile. Tornando a Monte Cacciù, vorrei ricordare ai due politici che erano distratti mentre Alessandrini pubblicava un primo avviso di vendita il 24 ottobre 2019. Andato poi certe e seguito da un secondo avviso nel luglio del 2020, a sua volta senza esito. Ma non solo, mi accusano di speculazione edilizia, ma chi ha chiesto una variazione di uso dell’area a turistico alberghiera è stato l’ex presidente”.
Per cui, nessuna esitazione: “Abbiamo fatto stimare di nuovo l’area, vediamo se arriva una proposta di acquisto. Poi di intesa con il presidente Ortenzi e il Comune di Fermo, i più interessati, valuteremo il da farsi. La società ha come mission il trasporto pubblico locale e il noleggio autobus con il conducente. Quindi non avrebbero dovuto aprire un parco, a meno che non ci sia un mandato dei soci”.
Per concludere, sul tema ‘raffreddamento delle relazioni sindacali’ che ha preoccupato anche i due esponenti Dem, Ceroni è tranchant: “Paghiamo fino all’ultimo centesimo, gli uffici sanno di dover garantire ogni stipendio. Abbiamo fatto assunzioni, trasformando i contratti da 9 mesi a 12, il tempo parziale a tempo pieno e abbiamo inserito altri autisti. Giovedì li incontreremo, ma il problema non sussiste. Il personale è una grande risorsa, siamo attentissimi a segnalazioni e suggerimenti” conclude il presidente della Steat, in attesa che sia Ortenzi a replicare all’interrogazione di Pompozzi e Perugini.