di Raffaele Vitali
FERMO – “No al privato in vista delle gare” ribadiscono Claudio Sosi, Filt Cisl, Andrea Matè, Usb Lavoro privato provinciale, Claudio Michetti, Filt Cgil, Andrea Rastelli, Rsu Uil Trasporti.
Cosa pensate dell’acquisto dell’area Santa Lucia da parte della Steat?
“Siamo preoccupati. Soprattutto per il continuo parlare dell’ingresso di un socio privato in Steat, prima per l’acquisto dell’area e poi per le gare”.
Cosa vi fa pensare che possa avvenire?
“Al di là del socio privato per l’acquisizione dell’area, già c’era la prospettiva di un partner per andare a gara, prevista nel 2020. Noi crediamo che il trasporto pubblico sia un servizio sociale, come scuola e sanità, e che dovrebbe essere addirittura gratuito, figuriamoci l‘ipotesi di un socio privato”.
E allora.
“Serve un alleato forte e strutturato in altre realtà pubbliche, dalla Start al Contram. Perché nel momento in cui si aprirà la gara entreremo in una giungla. Il privato vive per il business, ma se i soci non ricapitalizzano lo statuto prevede una cessione delle quote fino al 30%. Ma una volta dentro, nessuno vieta che scali l’azienda”.
Quale il timore principale?
“Rischiamo di ledere il diritto dei cittadini e dei lavoratori. Il privato ha interessi speculativi. Veniamo da alcune operazioni che non ci convincono, come la vendita di un ramo fatta tempo fa. Ora sapere che c’è l’ipotesi socio privato ci spaventa. In altre realtà, il privato ha fatto venire meno accordi aziendali e diritti dei lavoratori”.
Il privato fa paura?
“I servizi essenziali devono rimanere pubblici. Il privato spesso entra come salvatore, ma poi taglia, fa profitti e scappa con il bottino, basta vedere l’Ilva. Nel caso del trasporto pubblico il rischio è che vengano meno i servizi necessari al territorio. A volte dimentichiamo che il Tpl coinvolge studenti, anziani, cittadini in generale: il nostro è un servizio sociale”.
Cosa pensate delle Istituzioni che non si sono mosse in questa fase di acquisto?
“Hanno lasciato sola l’azienda, non ricapitalizzando. Speriamo che ci ripensino. Come sindacati ora alziamo la voce. Dalla Provincia alla Regione, fino al Comune di Fermo: tutte insieme hanno creato una criticità economica che mette in difficoltà la Steat. I soci se ne ricordano solo quando pretendono servizi”.
Cosa fare?
“Chiederemo incontri al Cda e coinvolgeremo gli enti proprietari. Essendo l’area fondamentale per il Tpl dobbiamo coinvolgere tutti i livelli sindacali, da quello della scuola alla Funzione pubblica”.
Cosa fare in vista delle gare?
“Un’impresa più strutturata e con capitali è una garanzia in più. Per questo forse le Istituzioni dovrebbero investirci, sono vent’anni che non ricapitalizzano. Per fortuna l’azienda funziona ed è efficiente. Ma oggi se deve crescere deve legarsi alle aziende di altre province, di certo non al privato”.
Ma cosa pensate dell’acquisto?
“Capiamo la logica, apre a una visione medio lunga. Le criticità erano tante, incluso il fatto che servissero almeno tre anni per uno spostamento ben fatto del deposito. Non temiamo per gli stipendi, la sostenibilità finanziaria è stata sulla carta garantita da direttore e presidente, ma non mancano di dubbi”.
La linea sindacale è chiara, cosa ne pensa la Rsu?
“Il 12 novembre - sottolinea Rastelli - ho preso parte alla riunione del 12 novembre. A noi il presidente Alessandrini ci ha fatto la cronostoria, assicurandoci di aver valutato tutti gli aspetti logistici ed economici. L’azienda si è presa a carico un forte impegno economico, sono fiducioso che la Steat sia capace di far fronte agli impegni presi. I numeri parlano chiaro, i bilanci sono sani. Ma il 12 novembre è anche il giorno dell’apertura a un socio esterno: questo mi fa pensare che sia una possibilità reale e concreta. Spero solo che sia un socio pubblico, un partner con standard elevati”.
Politica assente, società obbligata all’azione?
“Per l’acquisto siamo a 1,8 milioni con iva e passaggi, con una rata di mutuo di 100mila euro all’anno. Risorse che potrebbero fermare il rinnovo del parco macchine. Il 60% degli autobus ha più di 15 anni di età, eppure parliamo di mezzi ecosostenibili. Oggi siamo di fronte alle amministrazioni più sconsiderate che ci siano mai state, dentro e fuori la Steat. Dal 1991 sentiamo dire che quel deposito è inidoneo, oggi l’accanimento su quell’area è un acceleratore per far entrare il socio privato”.
Pronti anche alla vendita dell’area appena acquistata. Sareste d’accordo?
“Abbiamo letto che se dovesse arrivare la variante, Alessandrini è pronto a vendere. Una speculazione? È più di un dubbio. Il timore è che non si stia pensando ai cittadini. Cominciamo a tutelarli con un socio pubblico, forte e convinto. Anche perché se uno entra con il 30%, che obiettivi ha non potendo controllare l’azienda?”.
Ma vi aveva avvisato l’azienda di questa operazione?
“Ma quando mai. Quando venne venduta Roma Marche Linee, lo abbiamo saputo dalla stampa. E così oggi. Un errore grave non coinvolgere le organizzazioni sindacali e i lavoratori”.