PORTO SAN GIORGIO - Via le barriere architettoniche dalla stazione di Porto San Giorgio. Alla voce della Provincia che, a fine dicembre, ha scritto a Rfi (Rete ferroviaria italiana) per chiedere di rendere la stazione accessibile a tutti, si aggiunge quella dell’ex sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio.
«Bastano qualche ascensore e passerelle. Rfi, Regione e altri enti competenti possono risolvere il problema. Basta che i lavori vengano inseriti nella programmazione delle Rfi, dove, per ora, c’è solo San Benedetto del Tronto e 2,5 miliardi da spendere», spiega Di Ruscio. Che, per ribadire la necessità di eliminare gradini e ostacoli dalla stazione sangiorgese, parte da una situazione che gli è cara. Quella della nipote Chiara, disabile che, di recente si è laureata in Beni culturali a Macerata.
«È stata celebrata - fa sapere l'ex sindaco - come il “fenomeno” del momento perché, nonostante le sue gravissime limitazioni funzionali, è riuscita a laurearsi. Ma, spenti i riflettori, tutto è tornato come prima». Da qui la decisione di raccogliere l’assist del consigliere comunale sangiorgese Carlo Del Vecchio «nella richiesta rivolta alle istituzioni a ciò deputate, affinché alla stazione ferroviaria di Fermo-Porto San Giorgio vengano eliminate le barriere architettoniche non solo per i disabili, ma per tutti quelli che hanno limitazioni funzionali».
Per Di Ruscio, una questione etica e sociale, ma anche turistica e, quindi, economica, visto che «la Stazione di Fermo-Porto San Giorgio ha una valenza provinciale, un grande movimento turistico e ogni anno vi transitano decine di migliaia di passeggeri, anche con limitazioni funzionali, come mamme con carrozzine e anziani».
«La prima legge che specificatamente obbligava le Ferrovie dello Stato a tale adempimento - chiosa - è del 1978 e la prima circolare che tocca il tema generale della eliminazione delle barriere architettoniche è del 1968. Sarà ora che, dopo cinquant’anni, si provveda?».