FERMO – Il focus che il Rotary ha aperto pochi giorni fa a Fermo, con una riflessione sul mondo delle start up e dei giovani, ha subito un seguito. Andrea Caranfa, coordinatore della Cna di Fermo, ricorda che otto imprese su dieci falliscono entro i primi diciotto mesi. “In questa provincia – ribadisce – siamo il fanalino di coda della regione, rappresentiamo il 9% del totale”. Sono 33 in totale le start up fermane, di cui 18 nel campo dei servizi, stano ai dati di Cna Marche.
“La maggior parte si occupa di produzione di software e consulenza informatica, ma c’è anche chi opera in ricerca scientifica e sviluppo, servizi di informazione e attività editoriali. Sono 13 le attività relative al settore industria artigianato, per finire con 1 impresa nell’ambito agricoltura e pesca e 1 nel commercio” prosegue.
Il problema principale, come sottolineato anche durante l’incontro del Rotary, è la difficoltà a trovare capitali. “A far naufragare entro i primi due anni queste attività sono principalmente la mancanza di garanzie, di un partner bancario e quindi di liquidità. Chi riesce a partire spesso non riesce a sostenere la mancanza di ricavi iniziali – precisa Caranfa - e anche quando si riesce a far funzionare la propria idea, la fase di crescita e di futuro consolidamento restano comunque di complessa gestione”.
La Cna prova a cambiare il futuro con un accordo firmato con il Confidi attraverso il microcredito, di cui il presidente Silenzi è uno dei componenti del board nazionale. “Una linea di finanziamento tutta dedicata alle start up, con cui gli imprenditori vengono accompagnati anche nella stesura del business plan, nello sviluppo del progetto d’impresa, nella valutazione dell’idea, dell’importo da finanziare e infine nella scelta dell’istituto di credito migliore” conclude Caranfa.