di Raffaele Vitali
FALCONARA – Una marea rosa che porta gioia, vita, speranza, serenità e tanta, tanta grinta. Il quinto trofeo nazionale della Lilt Dragon Boat è il primo per le dragonesse del Fermano nate a Pedaso. Un gruppo speciale, oltre 25 donne unite dal filo rosa della Lilt.
Donne che hanno affrontato la battaglia contro il tumore, in età diverse e momenti diversi della vita, donne che hanno sostenuto chi ha lottato contro la malattia, donne che fanno squadra. Insieme a qualche grande uomo, come il presidente del Kayak Picenum Emiliano Pasquini e il primario di Oncologia Renato Bisonni.
Erano in tante questa mattina sulla spiaggia di Falconara, 250 in gara, location scelta grazie all’impegno della Lega Navale. Sono arrivate da tutta Italia per un trofeo che, a prescindere dal risultato finale dove ha vinto il team di Firenze, vede tutte sorridere e applaudire (Palermo, Treviso, Brindisi, Napoli, Pedaso, Firenze, Roma, Cagliari, Roma, Mestre, Empoli, Falconara, Miniturno, Venezia, Padova e Latina).
“Il rosa nel ciclismo è il simbolo del primo, voi vestite tute di rosa perché siete tutte prime”. Il sunto è del viceprefetto di Ancona, Davide Garra, che è intervenuto insieme con i vertici della Regione e del Comune, sindaca inclusa.
Lo spirito è quello olimpico, è davvero bello partecipare. Poi, si sa, vincere piace a tutti, perché il torneo deve avere una classifica con un podio. Il ‘Kayak Picenum in rosa’ si è preparato per appena sei mesi e ben si è difeso con tutto il suo equipaggio di fronte a compagini che sono insieme da anni, alcune anche da 15.
Allenamenti durante l’inverno, con tanto di muta, e poi preparazione atletica, supporto della fisioterapista e anche attenzione all’alimentazione, nulla viene lasciato al caso prima di scendere in acqua al ritmo del tamburo. Il primo trofeo vissuto da protagoniste, in gara anche l’altra squadra marchigiana di Falconara che è stata fondamentale per la nascita del gruppo di Pedaso, ha insegnato molto alle donne fermane.
Il primo aspetto, tecnico, è che un conto è allenarsi su un dragone da 10 posti (a disposizione delle dragonesse Fermane) e un altro è farlo su quello da 20, come quello del torneo. “Dobbiamo tutti impegnarci per riuscire a comprarne uno ufficiale. Mi appello ai nostri imprenditori, ce ne sono tanti di generosi, affinché supportino il Kayak Picenum in questo percorso” sottolinea Bisonni.
Il primario di oncologia del Murri ha sfidato il caldo e in giacca ha seguito tutta la gara, urlando, tifando, stimolando prima della partenza le atlete. E poi affrontando la realtà: “Quest donne hanno fatto qualcosa di incredibile. In poco tempo hanno creato un gruppo, sono diventate una squadra e oggi sono qui, con le dragonesse di tutta Italia. Son davvero fiero di loro”.
Muovere le pagaie è qualcosa di salutare per chi ha avuto e superato un tumore al seno. Non è semplice sport, è terapia quella che vivono ogni fine settimana, togliendo tempo a lavoro e famiglie, le dragonesse. No c’è pioggia che tine, come ieri durante le prove quando senza esitare hanno continuato ad allenarsi. Oggi, come si conviene alle eroine, il meteo ha sorriso: tanto sole e un venticello piacevole in spiaggia quanto ostile e faticoso da gestire in acqua.
Non è voluta mancare Maria Lina Vitturini, la presidente della Commissione Pari Opportunità delle Marche, anche lei impegnata per aiutare le pedasine, che sono le ultime arrivate, la squadra è nata da un anno, e per questo necessitano di un supporto maggiore. A cominciare da quello che ha garantito il sindaco di Pedaso, Vincenzo Berdini, in vista di un altro inverno di allenamenti per cui serve una sede più funzionale del circolo nautico.
Se arriverà bene, altrimenti, avanti tutta con quel che si ha, incluse le pagaie di alluminio. “Ma – promettono Bisonni e Federico Costantini, che sono i due volti della Lilt nel Fermano – ci impegniamo a comprare quelle in fibra di carbonio. Abbiamo notato la grande differenza”.
Le gare sono un susseguirsi di adrenalina. Non facile remare in quel mare pieno di correnti, ma la voglia di arrivare in fondo di chiudere al meglio quei 90 secondi, che le migliori fanno durare 70, ha reso il tratto di mare una tavola da conquistare. Fuori dall’acqua è un susseguirsi di confronti, di consigli di allenatori e timonieri. Strategie ci sono, ma c’è anche voglia di condividere: chi più sa insegna. Gli accenti diversi rendono il tutto più bello si passa dal veneto alla Sicilia nel giro di pochi metri.
Molte squadre si mescolano, perché il trofeo ha regole chiare: ci sono batterie ‘breast’, dove partecipano solo donne operate di tumore, e ‘miste’ in cui gareggiano le breast e le sostenitrici, che con le altre si allenano senza sosta e supportano un team pieno di energia. Il tutto sotto l’occhio vigile di Stefania Teodori, l’ideatrice del progetto che ha trovato in Daniele Montali della Lega Navale di Falconare grande supporto.
Il finale è stato toccante, difficile trattenere le lacrime quando è andata in scena la cerimonia dei fiori: tutte le dragonesse si sono posizionate davanti al mare e hanno lanciato i fiori in acqua in ricordo di chi non ce l’ha fatta a essere con loro.
E ora? La voglia è tanta, le gare in giro per l’Italia non mancano. Sono arrivati i primi inviti, Roma e Palermo. Le dragonesse ci pensano, chissà che non diventi possibile girare insieme anche nei prossimi mesi, intanto sabato prossimo si torna a Pedaso peer gli allenamenti. Non hanno vinto, ma vogliono migliorare, perché il primario Bisonni è stato chiaro: ‘veni, vidi, vici’. Quindi, pagaie in mano, cronometro in testa e sorrisi sempre pronti.
@raffaelevitali