FERMO - Nell'Ascolano e Fermano la siccità idrologica è “severa estrema” e lo stato di severità locale è “alto”. A dirlo è la Regione dopo aver parlato con i vari gestori dell’acqua. Non a caso da giorni la Ciip (Cicli integrati impianti primari) ha attivato in molte zone la chiusura dei serbatoi nelle ore notturne, dalle 22 alle 6 di mattina.
Ma non va meglio nella provincia di Pesaro dove si registrano portate basse rispetto al periodo e si è ricorsi alle autobotti per rifornire i serbatorio in alcuni comuni. Per la provincia di Macerata, nonostante la situazione non registri livelli alti di criticità, è iniziato l'utilizzo delle autobotti per alimentare i serbatoi nel Comune di Camporotondo di Fiastrone e si registra un trend in calo delle portate disponibili da varie sorgenti, soprattutto nei comuni della fascia montana.
Tornando al fermano i vertici della Ciip hanno incontrato il consiglio comunale di fermo e hanno spiegato alcune situazioni. Lanciando un chiaro allarme. “Dopo il 2016 è cambiato, in particolare la scossa del 30 ottobre ha cambiato lo scenario idrogeologico. La sorgente di Foce di Montemonaco in una prima fase è cresciuta, poi si sono persi 400 litri secondi da un anno all’altro” spiegano.
A questo quadro già complicato, si sono aggiunte stagioni di siccità: “L’ultima nevicata seria è quella del gennaio 2017, poi basta. Tutti gli studi fatti negli anni, insieme con l’Università della Sapienza e di Camerino, sulla vena principale dimostrano che mancando la neve, non c’è alternativa per alimentarla. Tanto che siamo passati da 1200 litri secondo a 900 l’anno scorso. Mentre ora siamo a 800”.
Aumentano quindi i problemi. “Il rischio è che, guardando anche i serbatoi che funzionano grazie al continuo lavoro dei nostri operai per controllare i flussi, non si riesca più a garantire davvero l’acqua con costanza. Non sappiamo da qui a un mese cosa può succedere, le sorgenti vanno a scendere. Il Pescara del Tronto sta dando 30 litri sui 200 normali”.
Il futuro è legato agli impianti di potabilizzazione del lago di Gerosa e del fiume Tenna: “E sia chiaro, sul Tenna, penso ai vari comitati, nessuno vuole seccarlo. Abbiamo fatto ipotesi di prelievo perché lo monitoriamo da tempo con i geologi. Sappiamo che l’acqua c’è e pervaderemo solo quando è sufficiente, perché c’è un flusso vitale di 500 litri secondo da garantire. Nessuna buso, anche perché sarà una procedura costosa, quanto necessaria”.
Ora non resta che adottare ordinanze per scongiurare il rischio siccità dovuto a un deficit di precipitazioni cumulate dai mesi autunnali al mese di giugno. da temperature medie mensili superiori alla norma e modeste precipitazioni nevose. Il problema ulteriore è che non si prevedono significative precipitazioni nei prossimi 10-14 giorni.
“La situazione di criticità - afferma l’assessore regionale Aguzzi - impone interventi immediati e richiede la collaborazione di tutti. In particolare, ai cittadini si chiede di adottare comportamenti volti ad un uso razionale e corretto dell'acqua al fine di evitare inutili sprechi”.