PESARO – È salita sul palco, nella piazzetta della Creatività e ha riempito il corso con le note suonate dal pianoforte. Una melodia della sua terra, l’Ucraina, che ha portato con sé, lontano dalle bombe. Diana Dvalishvili ha nove anni e stava frequentando la scuola di pianoforte a Kharkiv, città Unesco della Musica. A lei, il sindaco Matteo Ricci, ha chiesto di aprire la festa per la nomina a città della cultura 2024. Ora frequenterà il conservatorio Rossini di Pesaro e potrà far crescere il suo talento in attesa di tornare a Kharkiv, città a cui ricci ha dedicato la vittoria.
La storia di Diana era stata condivisa su Facebook a inizio marzo dall'assessora del Comune di Ancona Ida Simonella, che aveva postato foto e un video della bimba al piano. Ricordando il legame tra Pesaro e Kharkiv, l'assessora aveva contattato il sindaco Ricci, che insieme al vice sindaco Daniele Vimini ha messo in piedi un'operazione velocissima per accogliere Diana e sua sorella al conservatorio.
“La nostra festa, la gioia – ha sottolineato Ricci - è strozzata da una guerra che mai avremmo pensato di dover rivedere nel cuore dell'Europa. Kharkiv è una città molto più grande di Pesaro, come noi Città creativa della Musica Unesco. Non potevamo che dedicare questa vittoria a una città che, come noi, vive di cultura e di musica, ma che oggi sente solo il rumore delle bombe”.
Diana ha parlato con le note e ha aggiunto un piccolo pensiero: “Sogno che non ci siano più guerre e di poter tornare in Ucraina”. Che è poi è il messaggio che tutti i profughi, per la stragrande maggioranza donne, lanciano all’arrivo in Italia.
“Solo con la cultura c’è rinascita” hanno ribadito Ricci e il suo vice Vimini, che del dossiere per la Città della Cultura. “Noi abbiamo vinto grazie all'aver colto la sfida della natura, della tecnologia e dell'arte, della transizione ecologica, che abbiamo interpretato nel dossier 'La natura della cultura’. E perché abbiamo dimostrato di essere una 'città orchestra’ che ci auguriamo possa suonare una grande melodia di rinascita, dopo il Covid e dopo la guerra, per trasformarsi in un grande inno per la pace”.
L’emozione tra pochi giorni lascerà il posto al lavoro, perché l’ambizioso progetto si deve concretizzare entro la fine del 2023: “Dobbiamo sfruttare una grande opportunità che può durare negli anni. Insieme dobbiamo correre e farlo più forte degli altri. Dobbiamo mettere a terra i tanti progetti e iniziative che abbiamo e avere la capacità di promuovere un brand - Capitale italiana della Cultura 2024 - che vale centinaia di milioni di euro”.
Ci crede anche la Regione Marche, tanto che il governatore Acquaroli non è voluto mancare: “Questo riconoscimento – ha ribadito – è una 'porta sul futuro’ in cui possiamo mostrare la capacità attrattiva e il valore culturale e artistico di Pesaro e del contesto marchigiano in cui si inserisce; un territorio che ha bisogno di sfide importanti come accompagnare Pesaro in questa grande opportunità”.
Tanti i testimonial che hanno aiutato la città: Valentino Rossi, Gianni Letta, che guida la Fondazione Rossini, Liliana Segre. Vimini conferma la volontà di collaborare con Ascoli Piceno, che era arrivata in finale e dopo la sconfitta si è lasciata andare a qualche attacco scomposto di troppo per bocca dei suoi intellettuali, lo storico dell’arte Papetti in primis. “Portiamo con noi il suo entusiasmo, sarà un partner importante del 2024, anche grazie all'aiuto della Regione. Per far sì che il 2024 sia davvero una grande festa delle Marche”.
Raffaele Vitali