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Solo applausi per la Vuelle, Bologna è troppo forte. Le urla di Banchi sul -20 e la schiacciata di Delfino: bisogna ripartire da qui

19 Maggio 2022

di Raffaele Vitali

PESARO – La stagione della Vuelle Pesaro è finita. Troppo forte Bologna, ma questo lo sapevano tutti. Ed è il motivo per cui alla fine il pubblico ha tributato un lungo applauso ai giocatori in mezzo al campo. Uno scambio reciproco, un arrivederci dopo una stagione che ha dato molte più gioie di quante ogni tifoso potesse attendersene. Soprattutto pensando a come era iniziata.

Una fine che deve però essere un vero inizio. E per farlo, due immagini non si dovranno dimenticare tanto in fretta. E sono state scattate una dopo l’altra, quando la partita era ormai chiusa e Bologna già stava pensando al meritato riposo in vista della semifinale.

La prima è coach Luca Banchi che sul -18 (53-71) urla e si dimena a bordo campo, come un furetto sprona i suoi giocatori a difendere. Il motivo è semplice: non era più questione di risultato, ma di atteggiamento. Voleva che la squadra, fino all’ultimo istante, continuasse a dare tutto. Mentalità di chi è abituato a vincere, ma anche di chi sa come si perde.

La seconda è capitan Carlos Delfino. Al termine di una partita difficile, come è per lui è stata tutta la serie contro i giovani e fisici giocatori di Bologna, che ruba palla e si lancia in contropiede per il suo primo canestro dal campo. Terzo tempo e schiacciata, così, come se niente fosse. Ininfluente per il punteggio, come le urla di Banchi, ma simbolo di chi non è abituato ad alzare bandiera bianca.

Il resto è racchiuso nei primi due quarti, quelli in cui le gambe dei giocatori biancorossi reggono e nascondono l’enorme gap tecnico tra i due roster. Quelle gambe che all’inizio sono rigide e sembrano impotenti, tanto che la Virtus in un amen è già 0-8. Ma la Carpegna Prosciutto non è arrivata ai play off per caso, se li è meritati e se li gioca. Basta poco, un paio di giocate play – pivot e subito si torna in parità.

Ma la benzina è poca. L’emblema è la percentuale da tre punti: 5/25. Quesitone di gambe, la testa c’è, altrimenti non si rimonta sempre la Virtus. Ma quando il corpo crolla, Bologna mette la freccia, trascinata da un Hackett in versione killer. Carica di falli i suoi marcatori, regala assist e segna pure. Il terzo quarto è il suo, il resto è cronaca, è tempo per godersi le ultime giocate di una stagione che non va sprecata.

Le urla di Banchi, la schiacciata di Delfino, da lì deve ripartire la Vuelle e dal pubblico ritrovato, che come i giocatori è maturato partita dopo partita. Si è passati dalle dure parole di Banchi dopo le sue prime partite, esterrefatto per i fischi che la squadra incassava, agli applausi per un 55-75 che non lascia scampo, ma che nasconde il buono fatto vedere.

La Vuelle ha un futuro, sta alla società non sprecarlo. Se l’imprenditore Pizza, il re del calcio a 5, ha intenzioni serie, bisogna mettere nero su bianco i progetti entro poche settimane. I play off incorso rallenteranno le trattative, ma chi ha cash non aspetterà a comprare i gioielli biancorossi.

E ce ne sono, dal Moretti ritrovato a Tambone, che se usato come uomo di rottura è un lusso, da Mejeris, tuttofare da blindare, al buon Zanotti che il suo lo fa sempre. Se ne andrà Jones, i pivot giovani piacciono e hanno mercato, anche se dovrà imparare a difendere su chi usa bene il perno come Jaiteh.

Ma quelle urla di Banchi e la schiacciata di Delfino devono essere il simbolo della ripartenza. Al resto penserà Pesaro, con la sua passione che ha superato dieci anni di difficoltà e ora vuole tornare a sorridere.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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