di Raffaele Vitali
FERMO – Tutto era partito da una semplice idea made in Marche: aiutare in caso di emergenza le persone e le imprese senza sprecare risorse, umane e materiali.
Un’idea tanto semplice quanto efficace quella del Pge, il Programma Gestione emergenze, realizzato dalla Piccola Industria di Confindustria delle Marche e diventato poi una best practice nazionale. Così best che se ne è accorta anche l’Europa che ha inserito il Pge, di cui è responsabile il fermano Roberto Cardinali, nella ‘Europea shortlist’, ovvero il ristretto gruppo di progetti che concorrono per gli Eepa 2020, gli oscar dell’imprenditorialità della Commissione Europea.
“Una vittoria finale, tra l’altro, potrebbe stimolare il desiderio di emulazione da parte degli altri Paesi europei e l’adozione di iniziative analoghe. È davvero importante far comprendere ai policy maker, nazionali ed europei, l’impatto e la prospettiva di progetti che aiutano a potenziare la resilienza delle imprese e dei territori. Il ritorno, in termini di sicurezza, di coesione sociale e di convergenza europea, sarebbe altissimo” commenta Diego Mingarelli, vice presidente Piccola Industria Confindustria, con delega PGE e Resilienza.
Che il Pge funzionasse lo aveva già detto il campo, con la prima risposta fornita dopo il sisma del 2016 che ha colpito il centro Italia. In poche settimane Cardinali, con il supporto di Confindustria, aveva creato una rete, oggi di 140 persone, dislocate su tutto il territorio nazionale, tra funzionari e imprenditori di Confindustria, attivi 24 ore su 24, in collegamento diretto con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, in prima linea davanti alle emergenze.
“Uno dei punti di forza di questo progetto è infatti la tempestività e l’efficacia con cui siamo riusciti a intervenire, in occasione delle calamità che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi anni, a supporto delle imprese e della popolazione e nell’assistenza post emergenza” aggiunge Roberto Cardinali che per il Pge aveva già incassato il ‘National Winner’ da parte del Mise, ministero per lo Sviluppo Economico.
Quello che l’Europa ha apprezzato è innanzitutto il sistema di lavoro, basato sulla squadra. “Un’intelligenza collettiva che si esprime investendo energia, tempo e cuore nell’aiuto imprenditoriale dell’altro” riprende Mingarelli.
Quello che Cardinali capì prima di altri, quattro anni fa, è stata la necessità di pianificare, coordinare e controllare le attività di supporto alle imprese e alla popolazione in caso di emergenza, assistenza post emergenza, promozione della prevenzione e della resilienza. “È diventato un modello nella partnership pubblico-privato, confermato anche ora durante l’emergenza Covid”.
Modello vincente, a tal punto che tra i 285 progetti di 27 Paesi in lizza per l’Eepa2020, il Pge è l’unico che rappresenterà l’Italia ed è nella terna finalista, insieme a Olanda e Austria, della categoria “Imprenditoria responsabile e inclusiva”.
Dal 2006, oltre 4.000 progetti hanno partecipato all’Eepa e insieme hanno sostenuto la creazione di oltre 10.000 nuove aziende. Non resta che attendere il 16 novembre, giorno dell’annuncio virtualmente a Berlino, anche se il Pge vince ogni giorno in cui riesce a dare le risposte necessarie a far vivere economicamente persone e piccole imprese.