MONTEGRANARO – “Un riconoscimento al ruolo e al simbolo”. Il ruolo è quello di sindaco, il simbolo è la fascia tricolore con lo stemma della città. Ha voluto questo il primo cittadino di Montegranaro che ha deciso che ‘montegranarese dell’anno’ non doveva essere una persona sola, o un’associazione, ma chi ha ricoperto, ed è ancora vivo, il ruolo di sindaco della capitale della calzatura.
Sono entrati tutti, tranne l’ex sindaca Ediana Mancini ufficialmente per motivi di salute, nelal sala consiliare, da poco rimessa a nuovo con pareti pitturate e tende degne del luogo simbolo della città, per la cerimonia di consegna del premio. IN prima fila, ovviamente, Gastone Gismondi (2009-2013), che con Ubaldi ha condiviso una pagina poco edificante, la sfiducia, ma con cui oggi amministra in piena sintonia.
Una scelta che ha messo molti politici di fronte alla propria storia, fatta di cose buone, di velati tradimenti, di sconfitte, ma di certo per tutti di impegno. Anche per chi è durato venti giorni, diventato uno dei sindaci più veloci d’Italia, ovvero Paolo Baleani che nel luglio del 1990, mentre tutti sognavano ‘Notti magiche’, è stato eletto e poi sfiduciato senza riuscire neppure ad arrivare ad agosto.
L’attenzione si concentra, a un certo punto, sul lento procedere, ma sempre dritto e sicuro, di Domenico Strappa, il sindaco centenario che la città l’ha guidata dal 1952 al 1957, “quando il clima era complesso, era la fase delle rivendicazioni degli operai”.
Di solito parla poco, raccontano i parenti, ma tornare nel ‘suo’ comune gli ha dato una carica incredibile. “A cento anni è giusto emozionarsi. Non ho un vero ricordo, la bellezza è esserci oggi. Montegranaro per me rappresenta la giovinezza, gli amici, anche se tanti ne ho perduti, la piazza in cui abitavo e che era viva con il giardino vicino a palazzo Luciani che era il regno di noi ragazzi”.
Parlerebbe per ore: “Dovunque andavo dicevo ‘Montegranaro capitale della scarpa’, che fossi a Pisa o Firenze, dove ho studiato. Ne ero orgoglioso” conclude Strappa, entrato democristiano in comune ma senza aver mai fatto la tessera.
Quell’orgoglio che porta dentro di sé da sempre Graziano Di Battista (1990-1994), accompagnato dalla sua famiglia, forse il più commosso del gruppo e dire che lui di ruoli di peso ne ha avuti tanto: “Essere qui ci fa parlare della storia di Montegranaro, di un paese dove abbiamo realizzato qualche cose, con qualche mancanza, ma sempre con un impegno non comune. Del resto, siamo la città del fare”.
Dopo di lui, il volto femminile: Franca Branchesi che dal maggio 1995 al giugno 1999 ha guidato Montegranaro. Una donna che la passione per la politica ce l’ha nel sangue, tanto da rimettersi in gioco, a cui anche i rivali hanno sempre riconosciuto la capacità di confronto.
C’è poi chi della città è stato un piccolo re, perché Gianni Basso di anni ce ne ha passati venti sullo scranno più alto (1980-1990; 1999-2009). “È cambiato tanto il ruolo del sindaco. Di mezzo c’è il trapasso dalla Prima alla Seconda repubblica, oggi terza. La politica odierna non la comprendo, è più distante, non permette una vera azione diretta sul territorio, è tutto più centralizzato. Spero che la politica ritrovi la sua dignità e torni a rappresentare il popolo”.
Non gli manca il ruolo attivo “perché scrivo, inseguo i miei interessi cercando la verità. Mi sono trovato a fare il sindaco quasi per caso e poi ho continuato per decenni. Oggi ho ripreso il mio tempo e mi sono immerso nello scrivere cercando le risposte a tante domande”.
E' tempo di sedersi e di lasciare la parola a Ubaldi, affiancato da Giunta e consiglieri per lo più di maggioranza: “La fascia è qualcosa di unico. Secondo me è giusto che ogni sindaco ne abbia una da tenere con sé. Poi dal prossimo anno torniremo a scegliere cittadini comuni. Sono l’assessore che ha dato la cittadinanza onoraria a Francesco Di Rosa e ai giocatori della Sutor. Quello che facciamo oggi è un unicum a livello italiano, è davvero la valorizzazione di un ruolo e del simbolo, di chi ha dato tanto alla sua comunità” conclude il sindaco di Montegranaro che auspica altri communi seguano il suo esempio. E la presenza di tanti primi cittadini, da Calcinaro a Marinangeli, passando per Ponzano, Montegiorgio, Torre San Patrizio, Altidona, Francavilla, Ortezzano e Monte San Pietrangeli, sta a dimostrare la bontà della sua scelta.
Raffaele Vitali