FERMO – Mezza provincia tra 8 e 9 giugno cambierà sindaco. O lo confermerà. Sono 22 i communi chiamati alle urne per rinnovare il primo cittadino e il consiglio comunale. Ed è notizia di oggi che il Governo ha deciso di concedere il terzo mandato nei communi tra i 5mila e i 15mila abitanti e di togliere ogni limite in quelli sotto i 5mila.
Niente da fare invece per le Province. “L’election day di primavera poteva essere l’occasione per riportare finalmente le Province al voto con l’elezione diretta, a dieci anni dalla Legge 56/14 che ha imposto l’elezione di secondo livello. Invece si è persa ancora una volta l’occasione per riportare le Province alla completa operatività e restituire ai cittadini il diritto di votare anche per queste istituzioni della Repubblica" commenta il presidente dell’Upi.
Tornando alle elezioni, che saranno abbinate alle Europee, sono tutte piccole e piccolissime realtà con meno di 15mila abitanti e addirittura una sola sopra i 5mila. Poi c’è il bocco tra i 2 e i 5mila abitanti formato da Amandola, Servigliano, Grottazzolina e Falerone. Sette sono quelli sopra i mille: Campofilone, Lapedona, Torre San Patrizio, Francavilla d’Ete, Magliano di Tenna, Ponzano di Fermo e Montappone. E poi ci sono i piccoli e piccolissimi: Monte Giberto, Monsampietro Morico, Moresco, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Belmonte Piceno, Monte Rinaldo, Monte Vidon Combatte, Montefalcone Appennino e Smerillo.
I Comuni che vanno al voto con sindaci al primo mandato sono Grottazzolina con Alberto Antognozzi, Campofilone con Gabriele Cannella, Moresco con Gianfelice Angelini, Monte Vidon Combatte con Gaetano Massucci, Magliano di Tenna con Pietro Cesetti, Ponzano di Fermo con Ezio Iacopini, Montefalcone Appennino con Giorgio Grifonelli e Torre San Patrizio con Luca Leoni.
I Comuni che vanno a nuova elezione comunale, amministrati da sindaci uscenti al secondo mandato sono: Monte Urano con Moira Canigola, che ora potrebbe anche decidere di fare il terzo mandato anche se ha anticipato che non è questa la sua intenzione, Amandola dal sindaco Adolfo Marinangeli, Falerone con Armando Altini, Lapedona e Giuseppe Taffetani, Monte Rinaldo con Gianmario Borroni, Servigliano con Marco Rotoni, che nel frattempo è diventato anche presidente dell’Assam, Montappone con Mauro Ferranti, Massa Fermana e Gilberto Caraceni, Smerillo con Antonio Vallesi, Monte Vidon Corrado con il sindaco Giuseppe Forti e Belmonte Piceno con Ivano Bascioni.
Può a questo punto non terminare, essendo stato autorizzato il mandato ‘eterno’ nei piccoli comuni l’esperienza di Monte Giberto, Giovanni Palmucci, Monsampietro Morico, Romina Gualtieri e Francavilla d’Ete con Nicolino Carolini.
Un’altra novità è che, anticipa il ministro dell’interno Piantedosi, nei comuni con una sola lista il quorum sarà abbassato al 40%. Chi non è ancora soddisfatto è il presidente dell’Anci Nazionale, Antonio Decaro: “'La norma che estende il numero dei mandati dei Comuni fino a 15 mila abitanti e toglie ogni limite ai Comuni sotto i 5 mila è un passo avanti molto importante. Finalmente viene data una risposta positiva alla richiesta che da anni viene da tutti i sindaci e si sana, almeno in parte, un vulnus democratico che abbiamo sempre giudicato gravissimo”.
A questo punto per l’Anci diventa inevitabile andare fino in fondo, estendendo il numero dei mandati anche per i sindaci dei Comuni sopra ai 15 mila abitanti. I che significherebbe, se la decisione venisse presa rapidamente, sbloccare il futuro di Matteo Ricci, e tra due anni a Fermo di Paolo Calcinaro. “Una volta chiarito che soltanto gli elettori devono avere il diritto di giudicare se i propri sindaci devono essere confermati o mandati a casa, una disparità di trattamento nei confronti di soli 730 comuni più grandi, sul totale dei 7896 comuni italiani, appare davvero incomprensibile, e probabilmente anticostituzionale”.
Raffaele Vitali