FERMO – Tra ventiquattro ore, il Fermano consocerà la strategia che la Regione Marche ha per la piccola provincia a livello sanitario. L’assessore Filippo Saltamartini, dopo il rinvio di dieci giorni, sarà a Fermo per incontrare i sindaci, forse affiancato dal presidente Francesco Acquaroli. Di certo, venendo lui, del commissario Ast Roberto Grinta, che è in attesa della conferma come Dg o del saluto finale.
“Spero che i sindaci non cedano di fronte a stucchevoli rituali e trovino un alinea comune sulle proposte da avanzare. Il Fermano va protetto con un grande gioco di squadra tra amministratori locali, parti sociali e politici” sottolinea Giuseppe Donati, segretario della Cisl Fp.
Proposte comuni che devono partire da due certezze: risorse e personale. “Serve un copioso stanziamento aggiuntivo. Se da noi ci sono 60 contratti a tempo in scadenza e in una vicina 288, qualcosa vorrà dire? Siamo indietro. Basta col consentire il dirottamento di risorse economiche a senso unico su chi ha sponsor politici forti. Se le risorse sono scarse, vanno suddivise dopo aver deciso criteri omogenei e trasparenti con cui assegnarle” prosegue.
L’attesa quindi cresce in vista del nuovo piano aziendale, che seguirà quello sanitario regionale. Anche se prima va nominato il nuovo direttore generale. “Va ricordato che le scelte che verranno fatte in queste settimane, condizioneranno le sorti della sanità dei prossimi anni. Quindi, cari Sindaci, no firmate assegni in bianco” tuona Donati.
La commissione sanità di Fermo, presieduta da Lucci, ci sta lavorando sulle necessità e attende di conoscere il piano per affrontarlo dal punto di vista politico. A guidarla è Nicola Lucci, consigliere di Fermo Forte che ha in Alessandro Bargoni il leader. “Ne parleremo il 17 aprile, bisogna pressare la Regione. Non si può continuare con il minor numero di infermieri, Oss e medici in base al numero di residenti. Non si può neppure proseguire con il sovraccarico del pronto soccorso, unico in provincia perché il resto del territorio è sguardino. Bisogna superare questa penalizzazione decennale” ribadisce Bargoni.
La speranza è che durante l’assemblea si discuta anche del caso ‘Anni Azzurri’, la struttura della Valdaso che ha salvato il Fermano e mezza regione durante la pandemia e che oggi rappresenta la prima via di uscita dal Murri per i casi che altrimenti ingolferebbero le barelle del pronto soccorso e di medicina. C’è una convenzione da rinnovare, come sollevato in Regione dal consigliere Cesetti, e una strategia da definire, considerando che all’interno, oltre al fondamentale sevizio di fisioterapia, si trovano i pazienti in coma, quindi fragili e bisognosi di lunghe e costose attenzioni che di certo il privato da solo no potrebbe permettersi.