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Sindacato e imprese mai così uniti: fermiamo la fuga dei giovani. Cifani, Cisl: "Le priorità del Fermano: terza corsia e formazione"

28 Febbraio 2023

PORTO SANT’ELPIDIO - Cisl sindacato della prossimità. “E questo grazie a tutti i nostri operatori che rendono credibile l’investimento”. Che significa una nuova sede per dare risposte ancora più puntuali ai lavoratori di Porto Sant’Elpidio e non solo.

‘Sviluppo del fermano, quali percorsi di moda?’ è il titolo del convegno voluto dal segretario provinciale Alfonso Cifani per accompagnare l’inaugurazione. Un momento di riflessione, coordinato da Marco Marcatili, responsabile Sviluppo di Nomisma, insieme con i vertici delle associazioni di categoria provinciali.

“La certezza è che il Fermano non può sempre ricominciare da zero. Dobbiamo ripartire dal tavolo per lo sviluppo provinciale e dalle sue parole chiave: democrazia, salute, lavoro, transazione ecologica, nuovo modello di sviluppo, agricoltura e turismo. Vogliamo avviare i cantieri che portano a questi obiettivi” spiega Cifani.

Tutti, ma proprio tutti, si trovano concordi sulle priorità: infrastrutture, formazione, lavoro. “Registriamo dati preoccupanti sui giovani che scelgono di lasciare il Fermano, che invecchia sempre più. Siamo di fronte a una vera emergenza. Noi vogliamo ‘esserci per cambiare’ sapendo che la qualità della vita e lo sviluppo sostenibile devono correre insieme con il welfare” prosegue Cifani.

Che, imprese a parte, al suo fianco ha anche le istituzioni. Il Comune di Porto Sant’Elpidio collabora da tempo con la Cisl, “che è ben radicata in città, grazie alle riposte che sa dare ai cittadini” commenta il vicesindaco Daniele Stacchietti.

E partner è la Regione, con il consigliere regionale Andrea Putzu: “Piero Francia, segretario Femca Cisl Marche, è un riferimento del Tavolo della moda regionale. La politica deve unire le forze e così riusciamo a rispondere alle necessità, come la carenza di manodopera su cui come regione stiamo intervenendo”.

E poi c’è il tema dello sviluppo: “Stiamo cercando di rilanciare questa provincia e lo facciamo dialogando. Sappiamo che bisogna aumentare il personale in ospedale (messaggio per il segretario FP Donati in sala, ndr) e che servono infrastrutture, troveremo il modo”.

Anche così si fermerà lo spopolamento. “Siamo la terza regione per espatri 2017-2020. Significa che stiamo sostenendo un sistema educativo che produce capitale per altri territori e aree” tuona Marcatili che poi aggiunge spinti utili alla discussione: “A14, mare monti, metropolitana di superficie, ferrovia? Bisogna stringere e puntare su una o due opere fattibili. E poi innovazione tecnologica e digitale. Tranne Ancona, le quattro province marchigiane sono tra le peggiori italiane”.

Di fronte alle priorità, i vertici datoriali non si dividono poi tanto. Fabrizio Luciani, presidente Confindustria Fermo, crede molto nella concertazione, nei ‘tavoli’ se operativi: “Arrivano le griffe, dobbiamo farle essere un vantaggio. Sediamoci insieme e dialoghiamo. Ma in quel tavolo portiamo anche le famiglie, così da veicolare meglio il senso di lavorare nel Fermano e nella moda. Dobbiamo cambiare la comunicazione”.

Aggiunge Andrea Caranfa, coordinatore Cna Fermo: “nel 2022 hanno chiuso troppe imprese, ma cresce l’export. Dobbiamo aumentare il benessere interno e continuare a investire in formazione, legandoci alle scuole e continuano a investire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Una base per fare tutto questo c’è, lo ricorda convinto Lorenzo Totò, vicepresidente Confartigianato: “Le Marche vanno di moda, penso al turismo della zona nord. Ma non credo che sia il Fermano ad andare di moda. Decenni che parliamo di terza corsia e ancora non abbiamo deciso. Il Tavolo dello Sviluppo provinciale ha dato un suo parere, è ora di parlare con una voce sola senza continuare a creare comitati. E così nella formazione, finalmente usciranno bandi regionali frutto di un confronto partito anni fa. I tempi sono lunghi, cerchiamo di non sbagliare”.

Altrimenti tutto peggiorerebbe, “mentre – chiosa Maurizio Piergallini, Claai - dobbiamo difendere l’artigianato, comparto che sta dando e darà molto in termini di occupazione e gestione. Dobbiamo lavorare sul cambio generazionale anche di imprese, di tipologia. E la formazione va pensata anche per le piccole e micro imprese, altrimenti non favoriamo il territorio in cui viviamo”.

Idee chiare che fanno dire a Marcatili che il futuro va affrontato patendo da tre questioni: la qualità della spesa pubblica, “ovvero il come viene usato ogni euro”; l’investimento nella filiera, “dobbiamo unire grande e piccolo, in altri territori si investe nei capitali sociali delle aziende terziste”; il capitale di connessione, “rafforzando i luoghi di confronto, cominciare dal tavolo provinciale e da quello sulla moda regionale”:

Il tutto senza mai dimenticare gli investimenti:” Noi imprenditori – riprende Luciani che condivide il pensiero con le altre associazioni – dobbiamo fare un salto culturale. Il sistema ci aiuterà, penso al lavoro della Svem nella semplificazione dei bandi a livello di accesso e rendicontazione, noi dobbiamo essere protagonisti su tutti i tavoli decisionali. Un Paese è forte se lo è la struttura economica forte”. Imprese che, è certo Caranfa, sono pronte a investire “ma vanno aiutati aa superare costi fuori programma”.

Di risorse dovrebbero arrivarne tante, “se sapremo metterne a terra il 40% il fermano risorgerà” ribadisce Piergallini, superando così il ritardo atavico in cui vive la piccola provincia “che nonostante ciò resiste e riesce anche a mostrare segnali di ripresa”. Quella ripresa che non va vanificata, evitando di essere come un ciclista che pedala e resta fermo.

Prima del taglio del nastro della nuova sede, affidato al sindaco Nazareno Franchellucci, l’ultimo messaggio di Marcattili a sindacati e imprenditori: “Subito un segnale chiaro sulle infrastrutture, se si aspetta sempre il nuovo modello non si compra la vespa, bisogna vere una idea e chiara. E poi tavoli per non sbagliare gli investimenti in formazione e consapevolezza che agli investimenti del pubblico vanno aggiunti quelli del privato”.

Raffaele Vitali

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