FERMO – “Rottura delle relazioni sindacali”. Non usano mezze parole i segretari di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Fermo per rispondere a Giampietro Melchiorri e Simone Mariani, ovvero i vertici di Confindustria Centro Adriatico, sulla mancata firma del protocollo sicurezza della Regione. “Una rottura inspiegabile in un momento così delicato per la nostra provincia”.
La mancata firma per i sindacati è legittima, ma di certo non condivisibile come “è inaccettabile la frase del numero uno regionale degli industriali, Claudio Schiavoni, che ha detto ‘i sindacati non hanno ragione di esistere’. E su questo – proseguono – ci saremmo aspettati una presa di distanza da parte di Melchiorri in particolare, con cui al tavolo provinciale per la competitività e lo sviluppo abbiamo condiviso il lungo e complicato iter per la decretazione dell’area di crisi industriale complessa Fermano-Maceratese”.
Melchiorri nella sua nota ha lasciato aperta la porta ai sindacati, ha parlato di desiderio di collaborare, ma ha anche difeso il suo presidente Schiavoni. “In questa provincia, il sindacato non ha alcun problema di rappresentanza, avendo iscritti nella maggioranza delle aziende. Conosciamo dettagliatamente i bilanci delle imprese del nostro territorio, i quali, anche negli anni della crisi, hanno continuato a produrre ricchezza, in molti casi anche a fronte di un calo produttivo. Quello che manca e che denunciamo da anni è un vero sistema di relazioni sindacali che riconosca il ruolo di rappresentanza, in primis attraverso la contrattazione di secondo livello, volta a redistribuire parte di quella ricchezza alle lavoratrici ed ai lavoratori” riprendono i sindacati.
La contrattazione è uno dei temi caldi, da sempre, del distretto fermano visto che sono pochissimi i casi sul campo, uno per tutti è quello di Giano. “Troviamo poi paradossale che lo stesso Melchiorri si meravigli che nella nostra provincia, negli ultimi mesi, si sia acuito un distacco nelle relazioni, a suo dire legato alle linee Regionali, quando sa bene che quella rottura si è consumata proprio per la posizione assunta dalla Confindustria fermana quando, nel tentativo di costruire un documento condiviso a livello provinciale sull’emergenza Covid-19, si sfilò perché non condivideva la logica di coinvolgerci preventivamente nella definizione delle procedure di sicurezza, in vista della cosiddetta fase 2”.
Divisioni quindi locali e non solo regionali. Eppure, anche i sindacati, come Melchiorri, lasciano un pertugio: “Vorremmo continuare ad avere un atteggiamento responsabile, ma serve rispetto gli uni nei confronti degli altri, anche quando si hanno visioni diverse. Serve un chiarimento urgente, in virtù delle buone relazioni sin qui avute, al fine di evitare che le posizioni si possano irrigidire ulteriormente, vedendoci costretti, in tale ipotesi, ad assumere altre decisioni”.
r.vit.