PORTO SANT’ELPIDIO - Protocollo di intesa tra Prefetto e comune di Porto Sant’Elidio. “A dimostrazione della particolare attenzione della prefettura rispetto alla realtà che è complessa, ma che il sindaco controlla” esordisce il prefetto D’Alascio.
Una prima risposta pratica. “Abbiamo accelerato un iter già in corso che, a distanza di due mesi dall’arrivo in provincia di Fermo, volevo concludere. Tutti hanno contribuito” prosegue. Il ministero dell’interno ha già condiviso le scelte nel progetto, “ora sta a noi far rispettare le regole che ci siamo dati e coinvolgono i cittadini, la sua parte sana”. Di una cosa sono tutti convinti: i cittadini sono dalla parte della legalità.
Il sindaco Ciarpella incassa la determinazione del prefetto: “Un documento che va a sancire e suggellare la forma di sinergia e collaborazione tra enti inserendo un rapporto virtuoso tra i cittadini”.
Le persone vengono responsabilizzate e diventano un supporto di segnalazione, osservazione, “al servizio delle forze dell’ordine”. Le prime pietre sono state messe a dicembre. “Oggi lo concretizziamo, accelerando. E spero che nei prossimi mesi aumentino le azioni, ve le presenteremo”.
Un altro tavolo è aperto in prefettura con le associazioni di categoria e gli enti locali. “In vista della stagione estiva tracciamo un modello, simile al controllo del vicinato, che riguarderà la parte produttiva: un protocollo sulla malamovida è il prossimo step”.
Il cittadino diventa responsabile delle azioni che svolge se aderisce al controllo del vicinato. “Informa, non interviene mai direttamente” riprende il prefetto.
Cosa prevede il protocollo è semplice: “Nessun intervento diretto, sarebbe una deriva. Nessuna arma e nessun gruppo di azione. Si ‘limita’ a segnalare e ad attivare così le forze di polizia. Un rapporto tra istituzioni e singolo cittadino che diventa proattivo. Il cittadino evita così di esporsi a rischi personali”.
Il ‘prefetto è consapevole di quanto alcuni quartieri chiedano risposte: “Il sindaco ha saputo placare gli animi e far capire che l’azione ci sarebbe stata per garantire la sicurezza in una provincia ricca, di cultura, di economia, dia accoglienza. Questo è un territorio sano, noi lavoriamo per far sì che tale resti, libero e forte”.
Essere presenti è uno dei primi compiti dell’istituzione. “A novembre è emersa la criticità in centro ed è partito l’iter. Delibera di giunta per dare il via al percorso nato per una zona, ma già abbiamo coinvolto altre parti della città. Perché è un modello che può essere esteso, vedi assemblea della Corva dove un gruppo dopo una serie di furti hanno deciso di coordinarsi tra loro, ma non è quella la strada. Per noi è stato un allert. Partirà anche lì perché crediamo nella cultura della legalità e della partecipazione”.
Dopo la firma, non resta che individuare i coordinatori e poi dare il via a un sistema che ha delle linee guida semplici: prestare attenzione al quartiere, segnalare alle forze dell’ordine situazioni inusuali o sospetti, comportamenti di reciproca assistenza, creare un canale di comunicazione.
“Mai invece pensare di diventare dei don Chisciotte, non deve intervenire, non deve fare indagini, non scheda le persone, non si intromette nella scheda privata altrui” la conclusione del prefetto che vaglierà i coordinatori che il sindaco individuerà. “Per il centro già sappiamo, ora lavoriamo per Corva e Cretarola, saremo operativi a breve” la chiosa di Ciarpella affiancato dai comandati di Polizia, Carabinieri e Finanza.
r.vit.