RAPAGNANO - La patente a punti per le aziende dell’edilizia non convince. Lo ribadisce anche Lanfranco Ceroni, presidente della Cassa Edile delle Province di Ascoli Piceno e Fermo, nonché amministratore della “C.F.L. SRL” di Rapagnano, azienda che si occupa di costruire opere pubbliche e private.
“Siamo tutti consapevoli che l’obiettivo del nuovo decreto legge è quello di garantire la sicurezza sul luogo del lavoro, alcuni tragici eventi hanno accelerato la regolamentazione, ma è nata nell’emotività più che nella reale conoscenza dell’organizzazione di un cantiere edile” sottolinea l’imprenditore.
Ceroni, come funziona la patente a punti?
“E’ un sistema di certificazione per imprese e lavoratori autonomi nei cantieri, con il rilascio di una patente a punti e decurtazione dei punti o sospensione nel caso di incidenti. Si parte con 30, ogni violazione prevede una sanzione. Al di sotto dei 15 punti l’azienda sarà obbligata a sospendere l’attività attivandosi per recuperare il punteggio perso”.
Sembra buona?
“In realtà presenta diverse criticità, lacune e perplessità. Parliamo solo di sanzioni, mentre gli imprenditori potrebbero trovarsi di fronte a un evento che va al di fuori del loro controllo e che mette a rischio l'attività imprenditoriale”.
Non crede che servirà?
“ho il dubbio che sia solo un ulteriore tributo burocratico. La norma incide fortemente sulle piccole aziende edili: voglio ricordare che le imprese della fascia tra 0 e 9 addetti sono 495.000 (oltre il 50% dell’intero comparto) e sono la vera ossatura del settore. L’accentuarsi del peso burocratico riduce ulteriormente i margini del profitto ormai ai limiti della sopravvivenza. A mio parere questa legge non risolve nessuno dei problemi per i quali è stata pensata e, soprattutto, porterà alla chiusura molti artigiani creando disoccupazione ulteriore”.
E come i insegue la sicurezza?
“Come C.F.L. S.r.l. poniamo molta attenzione alle normative sulla sicurezza sul lavoro. Noi siamo esentati dalla applicazione della cd “Patente”, poiché in possesso della certificazione SOA superiore alla III° categoria ma c’è sempre un lavoro impegnativo nel controllare e verificare che le imprese che operano nei nostri cantieri abbiano una “patente” regolare, senza eventuali decurtazioni e multe giacché queste ricadono sull’impresa, sul sub appaltatore e sul committente. Questo per dire che per noi imprenditori la sicurezza sul lavoro è una priorità che non si tutela con la burocrazia, ma con il rispetto di regole che devono essere chiare ed applicabili”.
Lei crede nella prevenzione?
“La cultura della sicurezza sul lavoro va implementata con gli organismi paritetici. Serve un piano nazionale della prevenzione; il sistema delle ispezioni sul lavoro deve essere rafforzato ma con un ruolo proattivo e senza inutili duplicazioni di competenze. Bisogna rimettere al centro anche le Ast e gli Spsal, utili per la consulenza attiva alle imprese”.
Ceroni, il settore ha problemi di manodopera?
“La questione non è nei numeri, ma sulla tipologia. L’utilizzo della manodopera straniera che rappresenta oltre il 60% della forza lavoro presente nei nostri cantieri; purtroppo esistono grandissimi problemi nel comunicare il rispetto di norme ed adempimenti causa la lingua italiana non conosciuta. È necessario un intervento urgente, chiarificatore, del Ministero del Lavoro per evitare ricadute negative sulle imprese”.
Nessun richiesta per il Governo?
“Sarebbe bene ragionare sulla premialità delle imprese virtuose piuttosto che punire quelle che, per una disgrazia, possono incappare in momenti negativi causa un infortunio non voluto”.