Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Senza sangue il sistema si blocca: 400 sacche in meno nel 2022. Appello dell'Avis Fermo: "Venite a donare, poi andate in vacanza" VIDEO

11 Giugno 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – Si apre una porta, entra ed esce la dottoressa De Dominicis. “Un giovane e bravo acquisto che spero rimanga con noi”. Si parte da qui, dal Trasfusionale del Murri che da sempre lotta per il suo potenziamento e che oggi, con due nuovi medici, e un terzo in maternità, cerca di rispondere alle esigenze. Ma non sempre è possibile e così alcuni punti raccolta restano chiusi in giro per la provincia e di conseguenza il sangue cala” spiega la dottoressa Giuseppina Siracusa dal cuore del centro trasfusionale.

La presidente di Fermo, Elena Simoni, ha voluto questo incontro per parlare dell’Avis provinciale che ha 5mila soci attivi e ha chiuso con 8mila donazioni nel 2021. Bei numeri, ma qualcosa non funziona più: “C’è un momento di difficoltà a livello di raccolta. Chiaro che il Covid abbia influito, anche in questa prima fase di ‘post’. Grazie al lavoro dei dottori e al centro unico di chiamata, abbiamo mantenuto i numeri. Ma nei primi cinque mesi del 2022 registrano un calo: abbiamo perso 400 sacche di sangue, mentre il plasma è aumentato di due unità”.

Motivazioni differenti. Una è ovvia: “Mancando i medici, si chiudono i centri periferici.  E poi c’è il post Covid, con il timore nel presentarsi in ospedale o nei centri”. Da qui l’appello ai donatori: “Estate, vacanza, pressione più bassa e così si dona meno. Ma è anche il periodo in cui si riapriranno tutte le sale operatorie per recuperare. Gli ospedali hanno bisogno di sacche di sangue che non si produce in laboratorio, per cui è fondamentale donare”.

Una camminata in rosa per ricordarlo. E poi il ritorno a scuola, sospeso durante la pandemia, che la presidente vuole favorire in autunno. “Dobbiamo avvicinare i giovani, fargli capire che è un privilegio donare perché significa che si sta bene”.

Il problema del ricambio generazionale lo solleva anche la primaria: “Tra gli aspiranti donatori che arrivano la fascia trai 18-20 anni è bassa. Abbiamo tanti 65enni che ci chiedono di andare avanti, con degli accertamenti sì puoi donare fino ai 70 anni. Il ricambio generazione è importantissimo e deve esserci anche nei direttivi dell’Avis. “Anche se non donate, per problemi, collaborate. So benissimo che ci son problemi lavorativi, il post Covid ha impattato anche sulle aziende e non sempre chi ha ripreso riesce a chiedere i giorni. Abbiamo anche aperture di sabato e il venerdì pomeriggio proprio per offrire una possibilità”.  

Il problema è che Covid e guerra hanno reso tristi i donatori. “Non c’è più la risposta immediata, ma ho fiducia. Chi dona è consapevole dei problemi di chi attende il suo sangue”. Venite a donare, fateci riempire le liste ma “andate a donare anche in una sede diversa. Trovate sempre figure del trasfusionale”.

Un aiuto arriverà se verrà risolta la questione di Amandola, simbolo della carenza strutturale. “Dal terremoto del 2016 è in una situazione provvisoria. Tre mesi in un’automobile arrivata da Vibo Valentia nel 2017. Poi, il container con il donatore in fila all’aperto. Ne abbiamo parlato con il dottor Grinta, ci ha promesso uno spazio nel nuovo ospedale, ma ci vuole tempo”.

L’alternativa ci sarebbe: “Il ‘reparto di medicina’ dove si effettuano per ora le vaccinazioni. “Andremo a verificare i locali, non avendo le chiavi, ma ora ci andrò con il dottor Rossi. Fondamentale è l’accreditamento e non è detto che se pronta pe runa funzione lo sia per altro. Ci sono requisiti strutturali, mentre i tecnologici sappiamo che non avremmo problemi, come per l’organizzazione. Ci servono anche reti wi-fi per il collegamento degli strumenti del gestionale, non potendo scrivere a mano i dati”.

Tutti al lavoro quindi per invertire qualcosa che per ora è un calo e che nessuno vuole diventi carenza. “Donare sangue e plasma, solo così garantiamo l’autosufficienza della regione Marche, che è da sempre ai primi posti per raccolta di plasma. Vogliamo mantenere questo primato, ma soprattutto vorrei che la risposta migliore arrivi da questa provincia. per riuscirci, chiameremo chi si scorda, richiameremo chi non torna, saremo vicini ai nostri donatori” conclude la Siracusa ringraziando il super team che si occupa della chiamata unica e lavora dietro le quinte, prima di mandare un ultimo messaggio insieme con la presidente: “Chi ha avuto il Covid e chi ha fatto il vaccino può donare”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram