Il racconto della giornata e l'intervista video all'assessora, speaker all'assembela generale del Comitato delle Regioni.
di Raffaele Vitali
BRUXELLES - Emiciclo del Parlamento Europeo, il cuore dell’Europa. Per una volta non ci sono gli eurodeputati, ma i rappresentanti dei comuni e delle Regioni di ogni angolo del continente. Si discute, si affrontano problemi, si cerca di migliorare il sistema di cooperazione tra l’istituzione centrale e chi la guarda e rappresenta sui territori. Prende la parola a metà pomeriggio l’assessora della regione Marche Manuela Bora, al suo finaco i vertici del cor e Antonelal Passarani, la funzioanria della Regione a Bruxelles. Spetta a lei presentare un emendamento chiave che mira al miglioramento della capacità amministrativa degli enti locali per rafforzare gli investimenti e le riforme strutturali in vista dei fondi 2021-2017. Parla meno di dieci minuti, poi si apre la discussione e alla fine la votazione: 400 sì e un solo no. Basterebbe questo per dire che ha fatto un buon lavoro, tanto che anche il presidente del Cor (Comitato Europeo delle regioni) si complimenta pubblicamente con lei e con la Regione Marche.
“Almeno due terzi dei fondi europei vengono spesi a livello locale, per questo è determinante che città e regioni sviluppino la propria capacità ammnistrativa” sottolinea Bora. I modi sono diversi e diventeranno sempre più importanti all’interno del Green Deal (LEGGI), che è il perno, “il filo verde” lo definisce il commissario europeo Nicolas Shmit. Un percorso complesso, un filo ambizioso, noi vogliamo trasformare l’Europa in una Unione che rispetta l’ambiente e che sia leader nelal lotta contro il cambiamento climatico. Ma questa transizione riuscirà solo se sarà giusta dal punto di vista sociale. Quindi la lotta al cambiamento climatico vanno di pari passo con l’equilibrio sociale” aggiunge il commissario.
Per riuscirci servono risorse, oltre che volontà politica. E serve intercettarle. In questo le Marche in Europa sono una delle Regioni che garantiscono le migliori performance. Durante il dibattito organizzato da Ansa Europa emerge con chiarezza questo dato: “La regione Marche tanto deve all’Europa, abbiamo impegnati quasi il 100% dei fondi e stiamo già avviando il comitato scientifico in modo da essere operativi non appena sarà definita la prossima programmazione”. Questa è capacità politica.
Solo che, emerge dal dibattito durante l’emendamento presentato dall’assessora Bora, “molte amministrazioni soffrono e questo frena i giovani che crescono nell’era digitale dove tutto è rapido. Mentre i fondi strutturali significano enorme burocrazia materia complessa che richiede formazione e tempo. Ci sono timori di prendere le decisioni sbagliate per cui i fondi non si utilizzano. In futuro bisognerà migliorare il modus operandi”. Un aiuto arriverà ser diventerà reale la richiesta della Bora: “Capacità amministrativa come fattore chiave per l’implementazione degli investimenti. Ovvero parliamo di una capacità che la pubblica amministrazione deve avere per svolgere determinate funzioni. Ed è la capacità di risolvere i problemi e raggiungere determinati obiettivi. Questo diventa complesso quando ci si approccia i fondi strutturali, che hanno regole in più. Imprescindibile promuovere la mobilità dei dipendenti pubblici all’interno degli uffici europei, una specie di Erasmus negli uffici di Bruxelles per chi lavora nelle amministrazioni”.
Intanto la Regione Marche, altra best practice, per agevolare i comuni ha garantito a chi firma il ‘Patto dei sindaci’ il sostegno della società di sviluppo regionale per non sbagliare l’approccio a bandi e strategie europee. “Ma questo a fronte di un impregno reale. Aderire al Patto dei sindaci (LEGGI) significa seguire una lista di azioni rispetto al cambiamento climatico, alla sua mitigazione. “Parliamo di un voto che il consiglio comunale fa e si impegna. Che poi si misura. Lo strumento pesa in tonnellate di C02, calcoli specifici e ogni due anni c’è l’esame” aggiunge la collega emiliana Benedetta Brighenti.
Ma il patto funziona se più sindaci aderiscono, altrimenti si fanno politiche ambientali che finiscono a pochi chilometri di distanza. “Di fronte a tutto questo – conclude l’assessora regionale alle Politiche comunitarie e Attività produttive – non possiamo permetterci che la Commissione tagli le risorse per lo sviluppo delle capacità amministrative. Noi vogliamo essere e restare efficienti nell’utilizzo dei fondi. Non possiamo criticare gli enti locali che non usano le risorse e poi tagliare gli strumenti per aiutarli ad usarli. Se la commissione ci ascolterà, l’Europa funzionerà meglio”. Il lungo applauso e il voto sono la conferma che la strada è quella giusta.
@raffaelevitali