ANCONA - Scuola al via nelle Marche, ma la prima campanella suona con oltre 4.800 precari, di cui 2.800 assunti su posti di sostegno. È l'allarme lanciato dalla Uil Scuola Rua Marche nel corso del Consiglio regionale della categoria, che si è tenuto all'Hotel Federico II di Jesi, alla presenza del Segretario generale Giuseppe D'Aprile. Un incontro organizzato anche per ribadire le ragioni del no al rinnovo del contratto nazionale.
"Nell'assemblea di oggi abbiamo parlato con i lavoratori, le nostre RSU - ha detto D'Aprile -, coloro che animano la scuola tutti i giorni, che la conoscono come nessun altro e che la fanno funzionare. Con loro abbiamo parlato dell'ipotesi contrattuale istruzione e ricerca sottoscritta nel luglio scorso, analizzando sia i punti su cui siamo d'accordo sia quelli che non approviamo. Come il personale della scuola sa, durante le trattative, abbiamo lavorato fino all'ultimo momento, in tutti i modi, per introdurre modifiche nel contratto nelle parti che riteniamo lesive dei diritti del personale. Tra i punti più controversi: il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l'assenza di riferimenti risolutivi sulle scuole italiane all'estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince. Nell'impianto normativo anche alcuni aspetti positivi ai quali, come sindacato, abbiamo contribuito. Restano comunque alcune questioni aperte".
Per Antonio Spaziano, segretario generale della Uil Scuola Rua Marche, "si è persa una buona occasione per ridefinire il giusto equilibrio tra le norme e il contratto di lavoro, ponendo fine alle innumerevoli incursioni legislative che negli ultimi anni hanno occupato il campo della contrattazione".
Una scuola, quella marchigiana, che si presenta al via con 197.716 studenti suddivisi in Infanzia (25.844), Primaria (57.411), Secondaria di I grado (39.853) e Secondaria di II grado (73.608). "Il Ministero dell'Istruzione e del Merito - prosegue Spaziano, - ha autorizzato solo 900 assunzioni a tempo indeterminato rispetto a un fabbisogno marchigiano di 1.300 posti, solo considerando quelli in organico di diritto. A questi si aggiungono i 4.800 supplenti con contratti annuali e al 30 giugno assegnati attraverso l'ormai noto algoritmo, un sistema "inumano" che continua ad avere la grave responsabilità di indurre le persone in errore con delle scelte fatte al buio, eludendo quel principio del legittimo affidamento che il cittadino dovrebbe vedersi garantito nel rapporto con la pubblica amministrazione".