SANT’ELPIDIO A MARE – Natale non è stato solo il giorno del vangelo della nascita, ma anche quello della lunga lettera che don Iginio Marcelli ha mandato ai suoi parrocchiani di Casette d’Ete prendendo una chiara e dura posizione sulla vicenda scuola materna.
“Parrocchiani carissimi, non posso tacere” ha esordito il parroco, che poi ha raccontato la storia dell’edificio, del suo servizio e di quello che è. Almeno secondo il proprietario. “Mai il Comune ha pensato di costruire una scuola o un'aula per favorire la cultura. Non ha speso in passato, né vuole spendere ora. Quando il Comune ha deciso di far uscire le Suore dall'edificio dove ora è la Media, allora la parrocchia, acquistando un lotto, ha cominciato a costruire. Lì siete cresciuti tutti voi: è stato un bene per i figli, le famiglie e le maestre” prosegue don Iginio.
Le difficoltà economiche hanno portato alla chiusura della scuola parrocchiale, nel mentre “il Comune non ha aiutato, ma ha pensato di costruirne una comunale. Ma non avevano un edificio e così l’accordo con la parrocchia. Ma la mentalità del Comune era di averla gratis, parliamo di un’area di otto appartamenti e cortile. Tanto che hanno sempre pagato con ritardo. Nel Comune ci sono gli amministratori così precisi che amministrano in questo modo. Solo il cittadino non può pagare al Comune con ritardo”.
Sull’aspetto economico, i numeri usciti fino a oggi sono confermati: “Primo contratto di 6 anni da 24mila euro all’anno, che a noi è costato 5mila euro di tasse. Poi il rinnovo a 16500 euro che ho accettato pur di non vedere la scuola chiusa”.
Qui finisce la storia e inizia il presente: “In Comune, si spende più per una manifestazione di mezza giornata che per un anno scolastico. Non si po' iscrivere un bambino in una scuola per poi trasferirlo in un'altra senza il consenso del genitore. Perché, se li genitore avesse saputo questo l'avrebbe scritto in altra scuola. A metà anno il bambino si trova, sfasato, in un aula diversa” tuona.
Si sarebbe aspettato maggior impegno per tenere aperto asilo e materna. “Pure i piccoli paesi ce l’hanno. Qui parlano di edificio non idoneo, ma è una scusa per il trasferimento. In Italia li 60 per cento delle scuole, non sono idonee. Il Comune ha usato per 8 anni una casa da noi costruita come asilo: nell'ultimo contratto (16 Nov. 2023) non c'erano segnalazioni di lavori da fare. E se non era idoneo come hanno tenuto i bambini in questa nostra scuola? Come li hanno fatti entrare? Voi capite che non siamo ben amministrati e che addirittura siamo considerati come degli ingenui”.
Più che critiche don Iginio si sarebbe aspettato un grazie. “Quella scuola non è stata fatta per i soldi, se si fossero presentati per trattare, l'avrei concesso pure gratis. Ma nessuno è venuto. Sono state prese decisioni da chi non abbiamo votato e non conosce i problemi. A consigliare sono stati alcuni impiegati comunali, che conosciamo, con il loro strano carattere e, rimanendo nel loro ufficio, con decisioni strane e contraddittorie come il chiedere, a 15 giorni dalla scadenza del contratto, documentazioni senza rifare un nuovo contratto”.
Infine, la chiosa politica: “Casette sta perdendo tutto. Saluto tutti con l'augurio natalizio e con la speranza che a comandare a Sant’Elpidio vengano persone disposte a servire”.