FERMO - Due soli positivi tra i primi 500 fermani che stamattina hanno partecipato allo screening di massa. È partita presto la lunga giornata al Fermo Forum.
Le prime auto hanno cominciato ad accodarsi che erano da poco passate le 7. Un lungo serpentone armato di pazienza e tessera sanitaria. I tamponi sono cominciati alle 8. L’ingranaggio messo in moto da Area vasta 4 e Comune ha retto il primo assalto. Qualche problema c’è stato solo all’accettazione, durante le prime due ore, dove le auto in fila vengono indirizzate sotto i gazebo per fare i test.
Prima, però, devono aspettare la consegna del codice a barre che arriva da dentro il Fermo Forum. Stamattina erano attive tre postazioni. Poi, vista l’affluenza importante, l’Av4 s’è impegnata a metterne in opera altre tre. Fatto il tampone, "chiamatemi tampone di fata" scherza uno degli operatori dopo aver infilato il tamponcino nel naso di uno degli utenti, si aspetta il risultato parcheggiati, senza uscire dall’auto. Per arrivare, l’esito ci mette in media un quarto d’ora. Con una chiamata via telefono o cliccando sul sito dell’Asur.
Non si esce dal parcheggio finché non si sa se il tampone è negativo o positivo. A controllare c’è un volontario della Protezione civile. Altri sono sparpagliati attorno al centro fiere. Ci sono anche la Municipale e alcune pattuglie di Polizia e Carabinieri. A riposo, stamattina, l’infermiera al gazebo numero 11, quello dei tamponi molecolari, che toccano a chi risulta positivo a quello rapido. In fila c’è gente di ogni età.
Tanti gli anziani che hanno aderito allo screening gratuito. C'è chi si lamenta perché mancano i bagni chimici e chi, i più, plaude all'iniziativa. «È bella e utile. Grazie a chi l’ha organizzata», fa una coppia mentre aspetta l’esito del tampone. «Almeno così potremo stare più tranquilli. Mia madre è anziana e potremo passare le feste insieme più serenamente», dice una donna che ha appena saputo di essere negativa. Da ricordare che il tampone certifica il momento, quindi è fondamentale poi proseguire con mascherine, igienizzazione mani e distanziamento.
Alle 9.30 arriva Licio Livini. Il direttore dell’Area vasta 4 gira tra i gazebo e le auto in coda. Ha lo sguardo soddisfatto, ma cerca anche di capire cosa va migliorato. Con lui c’è il direttore delle Professioni sanitarie, Renato Rocchi. Tengono d’occhio la macchina messa in moto in pochi giorni. Ringraziano con lo sguardo i sanitari al lavoro, bardati dalla testa ai piedi. I 6 medici, i 42 infermieri, i 20 tecnici di laboratorio, i 10 amministrativi e gli studenti e il personale di Infermieristica.
«In questo momento di grande difficoltà, con tante situazioni aperte, i nostri operatori si stanno spendendo al meglio», dice Livini. Parla di «adesione finora quasi inaspettata», il direttore dell’Av4, assicura che nelle prossime ore i percorsi saranno affinati e ringrazia la Regione «per il coraggio e la sensibilità nel voler testare la popolazione, rassicurandola sul suo stato di salute».
Raccoglie l’assist il consigliere regionale Andrea Putzu. «È stato fatto un lavoro straordinario. Fermo – le sue parole –, ancora una volta, ha dato una grande risposta, raccogliendo la sfida della Regione, un atto di coraggio visto che siamo i secondi a partire dopo il Trentino».
C’è anche Paolo Calcinaro al Fermo Forum. Sottolinea «lo sforzo titanico fatto dall’Asur», il sindaco di Fermo. Ringrazia i fermani per la partecipazione e assicura che «nessuno sarà lasciato indietro». Tradotto: chi non è riuscito a fare il tampone stamattina potrà recuperare entro mercoledì, ma è meglio rispettare il turno.
Francesca Pasquali
