FERMO – La frittata è fatta. La poca convinzione della Regione Marche trova il suo compimento nella decisione del Governo Meloni sulla nuova Zes che include l’Abruzzo e tutto il sud Italia, ma non le Marche. che son una regione in transizione, quindi in palese difficoltà economica.
Se ne parla da anni, si era arrivati a un passo dall’ottenerla quando è caduto il governo Draghi, grazie anche al grande lavoro della consigliera regionale di Forza Italia Jessica Marcozzi, che aveva trovato sponda nella ministra Carfagna.
Ma è l’amministrazione Acquaroli che non ci ha mai creduto più di tanto in questa misura, che il Governo finanzia con 4.5 miliardi in tre anni. Diversamente dall’opposizione del Pd. “Il Governo Meloni, nell'ultimo Consiglio dei Ministri, ha escluso le Marche dalla Zes - la Zona Economica Speciale. È una porta in faccia alle richieste che associazioni economiche, categorie e sindacati portano avanti con forza, dopo il sisma e dopo il riconoscimento delle aree di crisi industriale”.
Ci sperava da tempo il mondo calzaturiero in particolare, che già combatte contro tutte le agevolazioni fiscali di cui il sud usufruisce. Sud che per le Marche significa solo spostarsi di un chilometro dal fiume Tronto. E non è un caso che diverse griffe stiano puntando anche sulla regione del presidente Marsilio, che lavora insieme con le Marche, e bene, per le infrastrutture, ma intanto incassa senza sosta per la sua regione.
“La Zes è uno strumento fondamentale perché prevede semplificazioni amministrative, finanziamenti infrastrutturali e misure di agevolazione fiscale a sostegno delle imprese” ricorda il senatore Francesco Verducci.
Cambierà il decreto? I Dem, inclusi l’onorevole Irene Manzi e Augusto Curti, ci proveranno in parlamento. “ma serve una presa di posizione forte di Acquaroli” ribadiscono ricordando che ci sono 1786 ettari a disposizione per la Zes.
“È incomprensibile la scelta del governo. L'istituzione di una Zes avrebbe aperto prospettive importanti di sviluppo per i territori anche per investimenti nazionali e internazionali. Chiediamo al governo di tornare sui suoi passi e non mortificare e penalizzare ancora una volta le Marche e al governatore Acquaroli.
Di far sentire la sua voce perché l'appartenenza allo stesso partito della Presidente del Consiglio non può venire prima della difesa dei nostri territori” conclude Manzi.
Raffaele Vitali