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Scarpe rosse in mostra a Fermo contro la violenza, due modelli realizzati all'Ipsia. Il progetto: inserire il 1522 nelle scatole

27 Gennaio 2024

di Raffaele Vitali

FERMO – Le scarpette rosse si prendono la sala mostre del Palazzo dei Priori di Fermo, una esposizione che fino al 15 febbraio veicolerà un messaggio chiaro e diretto. Regione, Provincia, Commissione Pari Opportunità in ogni suo livello e Confindustria Fermo insieme per mandare un messaggio chiaro: ‘No alla violenza sulle donne, no a ogni violenza di genere’. E con loro e le scarpe arrivate dai calzaturieri di mezza Italia, ci sono anche due prototipi ideati e realizzati dai ragazzi della classe ‘Fendi’ dell’Ipsia.

Sono loro la grande novità di questa mostra, che dopo Porto Sant’Elpidio approda nel capoluogo. A raccontare i due modelli è Alessandro, una voce maschile in mezzo alle tante compagne. Come unica voce maschile, prima dell’arrivo del sindaco Paolo Calcinaro, è stata quella di Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Fermo. Visto che al suo fianco c’erano solo volti femminili, dalla vicepresidente Lara Vallasciani alle presidenti delle Commissioni Pari opportunità regionale, provinciale e comunale.

“La prima scarpa che abbiamo realizzato è caratterizzata dall’impronta di una mano sulla sua punta, rappresenta la violenza fisica che viene inflitta alle donne. Poi c’è la pelle d’oro sulla suola che invece richiama alla preziosità femminile e il tacco con il nome della donna uccisa a cui è dedicata. La seconda scarpa, con un fiocco sulla punta, è stata invece dedicata a una dona uccisa dal marito che voleva farla smettere di soffrire perché malata”.

Le due scarpe ora faranno parte della mostra che si raggiunge percorrendo il corridio con tappeto rosso e che verrà arricchita nel tempo da nuovi modelli e messaggi. “Noi – concludono gli alunni dell’Ipsia - vogliamo sensibilizzare e ispirare azioni concrete per la violenza contro le donne”.

Azioni concrete a cui pensano i vertici di Confindustria dopo aver parlato a lungo con Maria Lina Vitturini, presidente Cpo regionale: inserire nelle scatole di scarpe il numero antiviolenza 1522, in modo che entri nelle case, diventi un compagno di vita di chi la vita potrebbe perderla per la violenza che la circonda. “Le Marche potrebbero diventare un modello peer l’Italia, valutiamo il percorso, magari anche con bandi regionali mirati che supportino la sensibilità dell’imprenditore” aggiungono Fenni e Vitturini.

Una mostra che coinvolge, come le parole dell’assessora Micol Lanzidei: “Una donna che indossa scarpe rosse esprime carattere, emancipazione, indipendenza. Le scarpe e il colore le abbiniamo così. Ma poi le cose cambiano. E tanto. Il rosso ha mille sfaccettature, in Cina è colore della felicità, in Sud Africa il lutto, cambia il suo senso: da noi si abbina alla forza e al potere, ma anche all’amore e alla passione. Associato  alle scarpe è diventato protagonista di opere d’arte, di moda, di architettura. Pensiamo al mago di Oz e alle scarpette rosse che indicano la via verso casa”.

Quelle scarpette rosse che dal 2009, grazie a un’artista messicana, sono diventate il simbolo mondiale della lotta contro la violenza di genere e i femminicidi. Non ha dubbi l’assessora: “Formando, cambieremo la storia. Dobbiamo insegnare ad avere un approccio sano e rispetto nelle relazioni affettive e sessuali. Ci sono metodi per difendere se stessi e gli altri dalla violenza”.

La mostra che Assocalzaturifici fa girare per l’Italia è stata adottata dai calzaturieri di Fermo. “Abbiamo voluto supportare questa inattiva del centro antiviolenza di Vigevano. Nelle nostre aziende – aggiunge Fenni - la parte femminile è fondamentale, sono la metà dei nostri collaboratori, che diventano il 60% a livello impiegatizio. Sappiamo che le proprietà sono ancora nelle mani degli uomini, ma ci stiamo lavorando. E la mostra la ingrandiremo grazie a tante aziende che ci aiuteranno a promuoverla”.

Mosca bianca, per ruolo, è Lara Vallasciani che è vicepresidente di Confindustria Fermo e titolare di Elisabet. “Noi donne possiamo gridare il messaggio, ma abbiamo bisogno che arrivi agli uomini. Noi possiamo essere promotrici, ma la divulgazione deve avvenire attraverso gli uomini. Non siamo qui per demonizzare, servono prevenzione e informazione. Abbiamo bisogno della parte buona degli uomini, che è la maggioranza. Dobbiamo entrare nelle scuole. Non bastano le leggi e pene, quelle arrivano quando una donna già è morta. Promuovere il 1522 è fondamentale, è un altro strumento che previene. Per cui spero che questa classe oltre ad aver creato le scarpe ci aiuti a veicolare il messaggio”.

Le donne sono pronte a dare il loro contributo. E lo fanno con le Cpo di ogni livello. Maria Lina Vitturini guida quella regionale che mira alle pari opportunità ‘tra uomo e donna’. “Noi insegniamo sempre alle donne a difendersi, invece dobbiamo partire dagli uomini, serve il cambio culturale. Le leggi ci sono, ma le donne continuano a essere uccise e violentate, da inizio anno sono già sette. Eppure c’è quasi sempre l’uomo che no sopporta la separazione. L’uomo non è ancora pronto al cambio culturale sul ruolo della donna, non più angelo del focolare. Le donne studiano, vogliono lavorare e avere una carriera. L’uomo non lo capisce. Quindi dobbiamo lavorare coni giovani”.

Aggiunge Francesca Palma, numero uno provinciale: “La scarpa rossa è bella, da indossare in un giorno di festa. È diventata un simbolo di oppressione dolore, dobbiamo farla tornare a essere il simbolo della bellezza”. Linea condivisa da Romina Giommarini, Cpo comunale: “Per poter far germogliare i fiori, vanno innaffiati. Dobbiamo partire dai giovani, camminate con scarpe rosse con il tacco anche al mattino. Basta con gli stereotipi, non è solo la sneakers il vostro mezzo. La scarpa indossatela, ma poi non la guardate più, vi servirà solo per raggiungere obiettivi”.

Parole che dimostrano quanto Fermo abbia voluto questa mostra proposta da Confindustria Fermo. “Sono bastati due messaggi ed è diventata realtà, noi abbiamo subito messo a disposizione – conclude il sindaco Calcinaro – una delle nostre sale migliori. Da cittadino e da sindaco mi rendono conto che la concezione della donna da possedere è ancora reale, anche in nuclei familiari insospettabili. Per cui, ognuno si impegni, anche denunciando se sa. Il 1522 è fondamentale”. La mostra è a ingresso libero.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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