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Scarpe, non è tutto oro quello che luccica: due imprese su cinque in difficoltà. Assocalzaturifici: Usa e Germania ok, ma le famiglie non spendono

4 Gennaio 2023

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO – Ci provano a essere ottimisti i calzaturieri in vista di Pitti e Micam. Molti hanno chiuso con il segno più, ma il quadro economico internazionale e gli aumenti in Italia pesano e peseranno. Ne è convinta la presidente di Assocalzaturifici, Giovanna Ceolini, che analizzando i dati di settore esordisce con parole piene di preoccupazione: “Il forte aumento dei costi erode i margini delle imprese, costrette ad affrontare, oltre ai rincari delle materie prime, la fiammata senza precedenti degli energetici".

Eppure i dati generali, forniti dal centro studi di Confindustria, dicono che il fatturato è cresciuto in media del 13,9% per le imprese e l’export del 23,7, dato che permette il sorpasso sul 2019. A livello di mercati, Francia, Svizzera, USA, Germania e Cina le prime cinque destinazioni.

Non tutte le tipologie di scarpe a dire il vero corrono, perché quelle con tomaia in pelle presentano un gap del -11% in quantità sul 2019. “Risultati premianti nei mercati comunitari (con aumenti nell'ordine del +25% in valore in Francia e Germania), in Nord America (+62%) e in Medio Oriente (+58,5%). Bene fino ad ora anche la Cina, ma soprattutto per l'alto di gamma (+43% in valore, con un +34% nel prezzo medio). Pesanti le conseguenze della guerra in Russia e Ucraina (-32% nei primi 9 mesi nell'insieme, con un -40% dall'inizio del conflitto), mentre cresce il Kazakistan (+33,4%)” prosegue la presidente.

Che poi aggiunge: “Permane una rilevante disomogeneità tra le aziende, con 2 su 5 tuttora con fatturato sotto i valori pre-emergenziali”. Che la crisi ci sia stata e non sia superata lo dice un altro dato: “Hanno chiuso 180 imprese tra i produttori di calzature da inizio anno, -4,5%, mentre non si ferma l’occupazione che cresce del 2,3%, con un calo della cassa integrazione che resta comunque superiore al 2019”.

Che non sia oro quello che luccica lo dimostra il dato interno: le famiglie italiane hanno sì aumentato la loro quota acquisti, +13,3%, ma è ancora inferiore a quella del 2019, che non va dimenticato era stata deficitaria. Il problema, in questo caso, è che cresce del 30% l’import, ovvero quello di scarpe a basso costo o sneakers. “Tra l’altro – prosegue la Ceolini – la stagione invernale partita i ritardo non ha aiutato le nostre produzioni”. Tra l’altro non è neppur ripartito lo shopping straniero, nonostante i buoni flussi turistici.

Il mondo ha però voglia di scarpe italiane, i 165,2 milioni di paia venduti nei primi nove mesi del 2022 ne sono la prova e rappresentano il miglior risultato dal 2017 a oggi. Anche il prezzo medio al paio è salito a 56,60 euro (+10,7%), nel Fermano raggiunge anche i 100 euro per determinati mercati. Sia in valore che in volume sono state superate le cifre dei primi 9 mesi 2019 pre-Covid (rispettivamente del +20,4% e di un più modesto +3,9%).

Bene gli Stati Uniti, su cui tra l’altro Assocalzaturifici torna a investire anche a livello di fiere vista la decisione di non inserire imposte aggiuntive sul mondo del fashion. La Cina, dopo la frenata nel bimestre aprile-maggio (-25% nelle quantità e -13% in valore) legata alle restrizioni adottate in diverse città per fronteggiare i nuovi focolai Covid, da giugno è ripartita con vigore. Il terzo trimestre ha registrato un aumento del +86% in valore (con un +17,4% in volume), grazie ai risultati conseguiti dalle griffe del lusso. “Ma ora – riprende la presidente – c’è forte preoccupazione per la recrudescenza del virus, dopo la nuova drammatica ondata di casi nel paese”.

In Oriente crescono anche Corea del Sud e Giappone, che è però lontano dal pre pandemia. Confortanti anche i dati sul Medio Oriente, dove svettano gli Emirati Arabi (15° mercato, in aumento del +68% in valore e del +49% in quantità su gennaio-settembre 2021). In Europa domina la Germania, che cresce per numero di paia del 18%, seguita da Spagna, Paesi Bassi e Belgio che hanno superato il 2019. Finalmente numeri positivi anche per il Regno Unito, dopo lo stallo dovuto alla Brexit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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