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Scarpe e vestiti, tanta voglia di sostenibilità. Ma cosa significa? Le parole chiave da conoscere apsettando la blockchain

24 Aprile 2023

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO – Il mercato chiede sostenibilità, attenzione al green e allora non resta che muoversi tra blockchain e nuove tecnologie, anche manifatturiere, con il rischio di cadere nel greenwashing.

Il marketing è sempre più forte, soprattutto nel campo della moda. Ma come orientarsi tra etichette che raccontano a modo loro la sostenibilità?

Si parte da carbon neutral ed emissioni zero. Due concetti diversi tra di loro Per essere carbon neutral, un'azienda deve eliminare la stessa quantità di anidride carbonica che emette. Ovvero compensare. Differente e più chiaro è il concetto di emissioni zero, che identifica le aziende che non producono gas serra, per riuscirci servono fonti di energia rinnovabili. Da qui la scelta davvero green del consumatore è premiare le aziende che non compensano ma eliminano le emissioni.

Altro temine è ‘circolare’. Nella moda dovrebbe essere semplice dimostrarla. Significa produrre con materiali di recupero che possono a loro volta essere riutilizzati in un ciclo ipoteticamente infinito. Solo che il termine viene usato per prodotti creati con materiali riciclati o declassati. Circolarità deve prevedere, invece, una nuova vita ai prodotti, come ad esempio i programmi di ritiro e raccolta. Punto di partenza è la qualità dei capi, infatti peer durare nel tempo serve qualità, altrimenti non si entra nel circolo positivo dell’economia ma si finisce in discarica.

Conseguenza è l’uso di riciclato e rigenerato. Nel primo caso un prodotto scartato viene riutilizzato per crearne uno nuovo. Nel secondo, invece, lo stesso scarto non cambia anima ma viene riportato in vita. Tutto questo tra l’altro potrebbe avvenire con metodi rigenerativi, che però impone un rispetto ferreo di passaggio: ricostruzione del suolo e ripristino della biodiversità, riduzione delle emissioni e dello spreco di acqua.

Biologico o organico, un’altra sfida. Spesso sono abbinati a fibre naturali come cotone, lino e canapa. Ma son prodotte in modo biologico? Significa niente pesticidi, erbicidi, coloranti sintetici o materiali a base di petrolio. E quindi, il produttore corretto dovrebbe indicare come sono stati coltivati il cotone, la canapa.

Infine, la parola chiave: sostenibile. Più facile da classificare, perché abbina lato ambientale a quello sociale ed economico. È il primo aspetto da perseguire peer un’azienda, perché senza sostenibilità economica, no si potrà mai raggiungere quella ambientale.

Un aiuto ai consumatori potrebbe arrivare dalla blockchain. È questo l'obiettivo del progetto TRICK, che vede coinvolta ENEA insieme con 31 aziende di 11 Paesi. Consente alle aziende della moda di raccogliere dati verificati e non modificabili sulla storia dei prodotti, attraverso l'innovativo paradigma tecnologico delle catene a blocchi.

"Grazie all'applicazione sarà possibile tracciare la qualità dei processi produttivi, la salubrità e la circolarità delle materie prime utilizzate per la produzione dei capi, garantendone la sostenibilità- spiega Gessica Ciaccio, ricercatrice Enea -. Le applicazioni della blockchain permettono il collegamento univoco tra i beni e le loro caratteristiche registrate in piattaforma, dove ogni modifica viene annotata e dove si possono stabilire diversi livelli di accesso alle informazioni. Il sistema è pensato per uno scambio automatizzato delle informazioni tra i sistemi aziendali”.

Il progetto nasce per il mondo del tessile, ma sarà allargato all’agroalimentare. La blockchain contribuirà a garantire l'originalità dei capi, prevenendone la contraffazione, e concorrerà a tutelare i consumatori contro l'utilizzo di prodotti chimici pericolosi, certificando anche i requisiti di protezione dei lavoratori (foto rencollective).

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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