FERMO – Il problema è a monte. Le scarpe sono un pezzo della lunga filiera della moda. Che il settore, in particolare quello legato alla pelle sia in crisi, legata al calo dei consumi italiani e internazionali, lo certifica l’Unic.
Il valore annuale della produzione conciaria italiana nel 2023 è stato pari a 4,3 miliardi di euro, in calo del 6,5% sull'annata precedente. In volume, il calo equivale al -9,5%. “Un anno caratterizzato – spiega il presidente Fabrizio Nuti - da un'ampia contrazione delle nostre attività. Nemmeno quelle caratteristiche di flessibilità e di adattabilità all'evoluzione dei mercati, che sono da sempre i punti di forza di noi conciatori, ci sono state d'aiuto. È come se un virus, interno alla filiera, si fosse aggiunto ai fattori esogeni di questa crisi”.
Tra l’latro, leggendo i dati, il fashion soffre ancora di più. “La pelle destinata a calzatura e pelletteria ha una riduzione in doppia cifra. È l'automotive che ha limitato le perdite, andando anche meglio del mobile” aggiunge Nuti.