di Francesca Pasquali
FERMO - Dovranno aspettare almeno un altro mese, prima di rientrare gli anziani del Sassatelli, che hanno contratto il Covid nel focolaio scoppiato a metà dicembre. La struttura è stata sanificata e, al momento, ci vivono ventitré ospiti, «tutti vaccinati, come tutti gli operatori».
Gli altri, poco meno di cinquanta, sono ricoverati in diversi presidi sanitari delle Marche. Che, però, presto dovranno lasciare. Che succederà a quel punto? Se lo chiedono i familiari, preoccupati che lo stress di un altro trasferimento possa nuocere ai loro congiunti già provati dal Covid.
«Non sono pacchi, ma persone anziane con le loro abitudini. Meritiamo una spiegazione. Vogliamo sapere che sta succedendo al Sassatelli», dicono arrabbiati alcuni di loro. Se gli anziani che hanno battuto il virus non possono tornare nella casa di riposo è perché non ci sono abbastanza infermieri per assisterli. Il Covid ha messo fuori gioco ventotto operatori su quaranta, ma adesso diversi stanno tornando. Di infermieri, però, ce ne sono solo cinque. Troppo pochi secondo l’Area vasta 4, che ha chiesto di istituire una commissione per verificare la situazione. Ne fanno parte l’Av4 e il Comune. Qualche giorno fa, la commissione è stata al Sassatelli.
«Ci hanno posto dei quesiti a cui abbiamo tempo fino a domenica (domani, ndr) per rispondere. Poi, si prenderanno un po’ di tempo, speriamo poco, per decidere se potremo riprendere gli ospiti», spiega il direttore della casa di riposo, Fabrizio Zechini. Il problema riguarda la sezione di residenza protetta, quella convenzionata con l’Asur. E proprio dall’Asur fermana sembra essere arrivato il divieto a far rientrare gli anziani finché non ci sarà sufficiente personale per curarli. Nel frattempo, resteranno o saranno spostati in altre strutture sanitarie, assicura l'Av4.
«Speriamo di poter tornare ad accoglierli il prima possibile. Il problema – fa sapere Zechini – sono gli infermieri, che non si trovano. La chiamata dell’Asur ha depauperato le strutture come la nostra, che ne ha persi tre. Ora ne abbiamo cinque, ma non bastano. A quelli che sono passati abbiamo offerto un contratto immediato a tempo indeterminato, ma non è servito. Hanno preferito il pubblico. Lunedì dovrebbe arrivare un'infermiera. Poi, forse, altre due, ma non vogliamo illuderci».