di Francesca Pasquali
FERMO - «Bisogna fare presto. Chi deve verificare i requisiti per la riammissione degli ospiti del Sassatelli lo faccia subito». A più di due mesi dal focolaio scoppiato nella casa di riposo di Fermo, gli anziani nel frattempo guariti non possono rimettere piede nella struttura.
Il divieto parte dall’Area vasta 4 che, prima di far tornare gli ospiti, vuole garanzie precise. S’è così costituita una commissione Comune-Av4 che ha visitato il Sassatelli a inizio mese e che s’è presa qualche settimana per decidere, valutando la relazione prodotta dal Cda. Il responso è previsto per il 7 marzo.
Troppo in là per la Cisl che, per bocca del segretario regionale, invoca tempi più stretti. «Ci sono in ballo posti di lavoro su cui molte famiglie fanno affidamento e molti anziani che hanno il diritto di ritornare nell'ambiente dal quale sono stati strappati a causa del focolaio», incalza Giuseppe Donati.
Una voce, quella del sindacalista, che si aggiunge a quella delle famiglie degli anziani, preoccupate per i propri cari che, oltre che con i postumi del Covid, da più di due mesi vivono lontano da quella che, di fatto, era casa loro.
«I tamponi molecolari sul personale e sui 22 anziani presenti sono tutti risultati negativi, quindi il Covid non c'è più nella casa di riposo», dice Donati che pungola il Cda del Sassatelli ad alzare la voce per accorciare i tempi, «per permettere al più presto il rientro di circa 27 anziani da altre strutture dove sono stati collocati, ma anche l'ingresso di chi è in lista d'attesa».
Il personale è l’altra faccia di questa medaglia: i 32 oss, i cinque infermieri e gli addetti delle aziende esterne che lavorano al Sassatelli. Perché, a lungo andare, con solo 22 anziani da accudire, giustificare l’attuale organico potrebbe diventare complicato.
«Ogni giorno che passa – chiosa Donati –, il peso degli esuberi di personale si fa più grave e, senza un veloce ritorno alla quasi normalità, il timore di dover procedere alla riduzione del numero dei dipendenti si fa più reale».