SANT’ELPIDIO A MARE – Dopo giorni di silenzio e riflessioni, l’ormai ex sindaco di Sant’Elpidio a Mare, Alessio Pignotti, torna a parlare. O meglio, a scrivere. Una lingua nota in cui spiega il suo stato d’animo e quello che la città si troverà ora a vivere dopo che nove consiglieri comunali l’hanno destituito firmando dal notaio le proprie dimissioni.
“Chi amministra, agisce secondo coscienza e diligenza. Una città commissariata è una città che non progetta, è una città che non cresce” è il primo messaggio che manda chiaramente ai consiglieri dimissionari, i ‘tre di maggioranza’ in primis. “Causare il mancato sviluppo di una comunità significa non aver fatto il bene dei suoi concittadini: questo hanno provocato le dimissioni del 26 giugno”. Pignotti definisce quell’atto dal notaio “una mancanza di rispetto verso la cittadinanza”.
Il timore del sindaco è per tutta una serie di azioni che potrebbero restare bloccate: “Basti pensare al trasferimento di 600 ragazzi delle scuole, fortunatamente ben avviato, al discorso della centrale a biometano per la quale erano quotidiani i contatti con i rappresentanti delle realtà locali e dell'amministrazione interessata, alla vicinanza e al sostegno per i commercianti che operano in prossimità del ponte sul fiume Ete a Casette chiuso per lavori che proprio mercoledì scorso dovevo incontrare, o alle attività del centro storico per le quali stavamo pensando una misura per i disagi dovuti ai tanti cantieri” spiega.
E non basta: “ci sono anche bandi da intercettare oltre alla gestione degli aumenti del servizio rifiuti da governare”. Niente di tutto questo “visto che il commissariamento, per sua natura, è un provvedimento che garantisce una gestione amministrativa ordinaria che di certo non mira all'intraprendenza di chi, quel ruolo, lo ha fortemente voluto, supportato dalla comunità”.
Pensando ai consiglieri, rivolge un pensiero ai tre di maggioranza: “Spero che sia la giovane età ad averli portati a compiere questo gesto avventato senza rendersi conto delle conseguenze. Un gesto vigliacco, irresponsabile e irrispettoso, senza alcun preavviso e ingiustificato, compiuto senza metterci la faccia ed evitando il confronto dai banchi del consiglio comunale, pugnalando la città con un pezzo di carta protocollato”.
Rivendica le sue scelte il sindaco: “Il mancato ascolto (dialogo e confronto non sono mai mancati) e l'invio delle missive ai centri anziani (che avrò modo di spiegare) sono solo motivazioni pretestuose e inconcludenti. Se il problema è stato il rimpasto di Giunta ricordo che le nomine sono fiduciarie del Sindaco e di non aver quindi ribaltato alcun voto popolare, giudicando il lavoro di chi mi sta accanto”.
Insomma, non doveva condividere con loro i suoi assessori. “L'obiettivo forse era proprio quello di evitare di farci proseguire per paura si lavorasse al meglio? Si cerca di giustificare il gesto con motivazioni inesistenti, di mancato ascolto, quando invece c'è sempre stato il confronto. Peccato che quei consiglieri questo confronto lo hanno sempre evitato, nonostante avessi proposto loro anche di confrontarsi in maniera calendarizzata con la cittadinanza, non prendendo mai una posizione netta, mostrando sì alcune loro perplessità, che mai tuttavia avrebbero lasciato presagire un gesto così estremo ed irresponsabile”.
Per loro tre non c’è un futuro con Pignotti. “Per me d’ora in poi verso di loro solo indifferenza. Al commissario prefettizio auguro, comunque, buon lavoro: ho già avuto i primi contatti con Lei manifestando la mia disponibilità e sostegno. Ringrazio gli elpidiensi e sono già pronto a ripartire con un gruppo che, rappresentativo di centinaia e centinaia di consensi, è proiettato già al futuro”.