SANT’ELPIDIO A MARE – Alessandro Andolfi, Piero Celani, Alessio Pignotti, Michela Romagnoli: il quartetto jazz è pronto. Sono loro le anime del Sant’Elpidio Jazz Festival 2022, il fiore all’occhiello di una città che ci punta da anni. Dietro le quinte, ringraziata da tutti, l’ex assessore Gioia Corvaro.
Ventitreesima edizione per una musica che supera i confini, con prenotazioni da fuori regione per non perdere gli appuntamenti pensati dal direttore artistico Andolfi insieme con Amat. “Da non perdere il concerto in ricordo di Roberto Piermartire, per tutta la provincia un faro. Una personalità che ha saputo essere un musicista di caratura internazionale senza mai perdere le sue radici” sottolinea il sindaco Pignotti.
Il Comune organizza, dopo la scelta vincente di incorporare la creatura di Andolfi, ma il direttore resta chi il jazz lo sente scorrere nelle sue vene. “Voglio imparare a vivere il jazz, come sindaco mi impegnerò, perché è una musica che permette di cogliere l’attimo. E io non ne perderò uno”. Ribadisce lasciando poi la parola ai partner di viaggio di un Festival che ha avuto un importante riconoscimento dalla Regione Marche.
Andolfi suona il pianoforte da decenni, ha maturato la sua passione durante un periodo a Berkeley dove ha poi aperto i canali che hanno permesso a Sant’Elpidio a Mare di entrare in un mondo che aveva un accordo esclusivo con Umbria Jazz. Lui ci ha creduto, l’allora sindaco Offidani ha sognato con Andolfi e alla fine da una prima masterclass è nato un festival che abbina le lezioni allo spettacolo per tutti.
Il programma di quest’anno punta sul manuche, fusione tra jazz swing degli anni ’40 americano con la musica gitana. Ad aprire il festival è Paolo Jannacci, con a seguire una degustazione di vini e prodotti tipici. Il 30 luglio tocca a Manouche Modern Project con il chitarrista Dario Napoli. Accordo con Castelfidardo per l’appuntamento del 4 agosto con Simone Zanchini e il suo quartetto. Il 3 agosto arriva Alain Caron, uno dei più importanti bassisti al mondo ed esponente del jazz elettrico (tutto il programma sul sito).
Ferruccio Spinetti e Petra Magoni saranno insieme con Roberto Zechini, Daniele Di Bonaventura e Alfredo Laviano alle percussioni nel concerto dedicato a Piermartire: “Un unicum per un programma pensato a posta per far emergere il talento di chi per loro è stato un maestro” ribadisce Andolfi che annuncia anche un fuori abbonamento che porta il Jazz Festival sulla costa a Civitanova Marche il 6 agosto.
Due master class, una con Paul Ricci, chitarrista americano, e una con Ramberto Ciammarughi che insegna il linguaggio dell’improvvisazione per tutti gli studenti, accrescono il lato culturale. Il tutto abbinato agli aperitivi musicali che proseguono con la jam session fino all’inizio del concerto da programma.
“Noi vogliamo incrementare ogni anno, puntare a una settimana del jazz con la musica che inizia il pomeriggio” chiosa Andolfi. “Un progetto che ci attira, aumenterebbe anche l’indotto turistico per le attività del nostro centro storico” aggiunge il sindaco.
“Non vogliamo che sia un evento a se stante, lavoreremo per farlo crescere. Ho seguito per anni come spettatrice, credo che la cultura sensibilizzi la persona, sia un valore aggiunto. Non siamo solo scarpe e questo festival lo dimostra. Punteremo sulla comunicazione, sempre più, anche attraverso le risorse della Regione appena confermate” riprende l’assessora Michela Romagnoli che ha nell’Amat la prima artefice del suo piano di crescita.
Il presidente Piero Celani promuove il programma e soprattutto la sua continuità: “Quando trovo una manifestazione che supera i 15 anni, significa che parliamo di un riferimento del territorio. Dobbiamo fidelizzare le persone, per riuscirci non basta il singolo grande evento”. E a riprova cita il suo debutto da sindaco quando ad Ascoli Piceno, era il 1999, rinunciò al Festivalbar, che al tempo costava 300milioni. “Scelsi di spenderne 50 in spot sulle tv nazionali e il resto per tante altre manifestazioni che hanno permesso di consolidare la cultura ad Ascoli”.
Insomma, per Celani Sant’Elpidio è sulla buona strada. E lo è ancora di più grazie al jazz: “Non è solo musica, è un aspetto del sociale, è una musica che racconta l’uomo che lavorava, erano le work song che permettevano al pensiero di uscire dalla propria realtà improvvisando. Il bello del jazz è anche questo, è il profumo della libertà”. Tutto questo si ritroverà a sant’Elpidio a Mare, che non sarà Chicago e neppure Perugia, ma le note non hanno confini e così la qualità, che sotto la torre Gerosolimitana è sempre tanta.
r.vit.