“Non è mai facile trovare le parole per esprimere l’amarezza che si prova in simili situazioni. Lo è ancor di meno stavolta. Vuoi perche Giuseppe frequentava le stesse vie nelle quali sono cresciuto anche io, vuoi perche morire a 16 anni è atroce e inspiegabile.
Mi preme dire una cosa però. Giuseppe non è morto di alternanza, non è morto di lavoro. Giuseppe è morto. In un terribile incidente d’auto.
Strumentalizzare qualsiasi notizia per parlare di un tema vuol dire mancanza di argomenti nel trattare il tema. Trattiamo una morte con il rispetto che merita e con il tempo che merita. E trattiamo un tema con (sarebbe ora) la serietà che richiede.
Altrimenti non è “fare ricordo”, non è “indignazione”, e non è neanche “voler cambiare qualcosa”. È una strana forma di confusionario populismo, piuttosto macabra, per di più.
Personalmente sono contro l’alternanza scuola-lavoro nella maniera più completa, da sempre, e credo che vada come minimo ripensata, anche da prima che facessi fotocopie in biblioteca come “esperienza formativa del pcto”. E sicuramente i recenti fatti di cronaca non aiutano ad accrescere la mia stima per questa misura.
Ma considerando i fiumi di paladini che hanno sguainato la spada, stavolta, mi aspetto di vedere le piazze piene e la legge cambiata, quantomeno. Stavolta veramente.”
Mattia Santarelli, Segretario GD città di Fermo