di Raffaele Vitali
FERMO - Sindaco Paolo Calcinaro, la riforma della sanità pensata da Acquaroli e Saltamartini la convince?
“Una riorganizzazione che dà più potere ai territori. Un percorso che ci convince. E lo hanno ribadito tutti i sindaci che sono intervenuti durante l’assemblea con i vertici di Regione e Asur”.
Però ha dei dubbi.
“Prima che la madre dica ai propri figli di camminare da soli, se ce ne è uno zoppo va aiutato e messa una protesi”.
È il caso di Fermo?
“Evidentemente. Soprattutto a livello di rete clinica bisogna individuare alcune eccellenze. Va definito meglio cosa Fermo deve fare per il sud delle Marche e per la Regione. Quindi il piano sanitario deve essere chiaro e logico. E poi bisogna risolvere i problemi delle urgenze”.
Ovvero?
“Mentre da un lato è evidente che non si può avere tutto dappertutto, quello dove non si può transigere è la risposta urgente. Ogni cittadino di ogni provincia deve avere la stessa chance di superare un problema. Quindi pronto soccorso da implementare. Ci sono problemi in tutte le Marche? Lo so, ma noi siamo l’unica provincia con un solo punto di accesso. E poi l’emodinamica, sulle patologie tempo dipendenti è inaccettabile che un abitante del Fermano abbia meno possibilità di superare la crisi”.
Quindi, ottimismo?
“Se arriveranno qui sul tavolo con numeri chiari, siamo pronti a supportare la riforma. Per ora abbiamo avuto certezze solo sull’emodinamica, sul resto non ci sono impegni precisi. Di certo Acquaroli ha capito l’arretratezza del territorio dal punto di vista della viabilità, ora deve farlo anche sulla sanità con interventi concreti. Il fatto che vengano implementati i corsi della Politecnica è un primo segnale di attenzione, ma di certo non basta”.